Nuovi modenesi, 212 bambini diventano cittadini onorari

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Sono Alak, Francisca, Leonard, John, Asmin, Esther, Atakwrah, Nyah, Julia, Andrea, Djeneba e tanti altri bambini i nuovi cittadini onorari di Modena. A consegnare loro la pergamena che lo attesta, durante la cerimonia di Bambin@=Cittadin@ promossa da Comune e Unicef, in Galleria Europa giovedì 21 marzo, è stato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli. Nello stesso momento in 54 classi quinte delle scuole primarie di tutti gli Istituti comprensivi cittadini altre decine di bambini, nati in Italia da famiglie migranti residenti a Modena dove hanno terminato un ciclo di studi, ricevevano dalle mani delle loro insegnanti lo stesso attestato: un riconoscimento simbolico ma molto importante, in quanto afferma che tutti i bambini cresciuti insieme in Italia frequentando le stesse scuole hanno uguali diritti di cittadinanza e riconosce alla scuola un ruolo centrale nel processo di costruzione di una comunità interculturale inclusiva.

La stessa festa, lo stesso battimani e vociare felice dei bambini delle classi 5 A e B della scuola Cittadella dalla Galleria Europa, dove campeggia un frammento originale del muro di Berlino a testimonianza dei valori a fondamento dell’Unione europea, ha abbracciato, sulle note dell’Inno di Mameli e dell’Inno alla gioia, tutte le classi collegate in diretta streaming. Complessivamente 212 i bambini che sono diventati cittadini onorari nella città dove vivono, giocano e studiano.

Il conferimento simbolico della cittadinanza onoraria, iniziativa nata su volontà del Consiglio comunale nel 2015 che, ad oggi, ha interessato in tutto oltre 1800 bambini, è stato il momento culminante di una bella festa con cui i cittadini di domani hanno dialogato con gli amministratori di oggi. A rispondere a domande e curiosità dei bambini, oltre al sindaco Muzzarelli, sono stati il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, il presidente di Unicef Modena Lorenzo Iughetti e l’assessora a Istruzione, Sport e Pari opportunità Grazia Baracchi. La regia della festa, come del percorso alla cittadinanza che grazie al lavoro dei docenti e al sostegno di Unicef, durante l’anno scolastico accompagna i bambini (quelli che ricevono la cittadinanza come i loro compagni) a questo momento, è infatti del Settore Istruzione con il Centro educativo Memo. “Cittadini si diventa ogni giorno attraverso gli impegni che vi prendete, attraverso l’assunzione di diritti e doveri. In questo percorso per diventare persone responsabili, un percorso che valorizza le differenze per non farle diventare diseguaglianze e che fate innanzitutto a scuola, ci aiutano anche le vostre insegnanti”, ha detto l’assessora Baracchi ai bambini.

E “da sindaca a sindaco” al primo cittadino Gian Carlo Muzzarelli dalla 5A della primaria S. Giovanni Bosco, collegata on line, è arrivata anche la prima domanda sul ruolo di sindaco. A porla è Omaima appena eletta sindaca della sua classe al termine di una campagna elettorale che ha conosciuto anche qualche ombra ma che alla fine ha premiato colei di cui “ci si può fidare”, commentano i compagni. “Ti faccio i miei complimenti perché maturare il senso dell’impegno e il valore di mantenere gli impegni presi è importantissimo per un sindaco come per ciascuno di noi; mettiti sempre in ascolto e a disposizione degli altri perché se maturerai questa sensibilità sociale sarai sicuramente una sindaca migliore”, le ha detto il sindaco Muzzarelli portando a bambini e insegnanti anche il saluto e gli auguri del vescovo Don Erio Castellucci.

Da un progetto sulla Costituzione che li ha portati alla scoperta di don Lorenzo Milani e della sua scuola di Barbiana, la V B delle Cittadella attraverso la voce di Cecile ha posto l’accento sull’importanza dello sport e di avere spazi e occasioni per muoversi, sollecitando sul tema l’assessora Baracchi. Mentre la V A, dopo un percorso incentrato sulla parola “condivisione”, ha affidato a Muslima il compito di sondare le paure dei grandi, così come l’importanza del gioco anche per gli adulti. “Ho tante piccole paure – ha ammesso il presidente del Consiglio Poggi – ma la principale è di smettere di avere paura; bisogna avere il coraggio di avere paura, perché è avendo paura che si superano le difficolta e si cresce, così come attraverso il gioco ci si confronta con gli altri e con le regole, e con gli altri ci si diverte anche, cosa importantissima per noi tutti”.

Altre classi si sono interrogate sulle differenze e sul sentirsi diversi, grazie al progetto di Unicef dedicato alla storia di un quadrato nel paese dei cerchi. Non solo tutti i bambini si sono sentiti almeno una volta quadrato tra cerchi, capita anche agli adulti e “non sempre è sbagliato essere quadrati in mezzo a rotondi, se significa pensarla diversamente e cercare la condivisione attraverso il confronto per realizzare una comunità inclusiva”, hanno sottolineato il sindaco e Poggi, “perché si può essere rotondi o quadrati ma l’importante è condividere i valori fondanti e per far conoscere a tutti i vostri diritti – ha aggiunto Iughetti rispondendo a Giacomo della 5B delle De Amicis – dovete innanzitutto conoscerli e parlarne tra voi, in famiglia e con gli amici, riconoscendo e rispettando i diritti degli altri ed esigendo che anche i vostri siano rispettati: questo significa fare politica”.