“Appalto coop cognato”, chiusa indagine per 7

macchina Guardia di Finanza lato

La gara di appalto venne annullata dal Consiglio di Stato per il conflitto di interessi legato al rapporto di parentela tra il direttore della struttura che aveva messo a punto il bando e il presidente della coop vincitrice, suo cognato.

Ora la Procura di Bologna ha chiuso gli accertamenti notificando a sette persone un avviso di fine indagine per turbata libertà degli incanti.

A rischiare il processo sono Marco Storchi, all’epoca direttore della struttura di servizi di supporto alla persona dell’azienda ospedaliera universitaria Sant’Orsola Malpighi, il cognato Roberto Olivi, in qualità di presidente del Cda di Coopservice e Servizi Italia, il raggruppamento di imprese che nel gennaio 2019 si aggiudicò la gara da 123 milioni per i servizi integrati. E poi Diego Lauritano e Nazzareno Manoni, commissari, Luisa Capasso, ex responsabile servizio anticorruzione del Sant’Orsola, Davide Fornaciari nella qualità di direttore amministrativo Aosp e Rosanna Campa (Asl) responsabile unico del procedimento.

Per il pm Augusto Borghini, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza, la gara venne turbata da una intesa per omettere o comunque tacere l’esistenza della causa di incompatibilità. Storchi, difeso dall’avvocato Gino Bottiglioni, e nel 2020, quando emerse l’indagine, spostato ad altre funzioni, avrebbe omesso di astenersi e attestato il falso, omettendo di indicare la propria situazione. Olivi (avvocato Roberto Sutich) avrebbe approfittato del rapporto di parentela per aggiudicarsi la procedura, i commissari (avvocato Gianluca Malavasi) avrebbero a loro volta attestato il falso, mentre gli altri indagati (difesi dagli avvocati Malavasi, Roberto Mariani e Giulia Tigani), sarebbero stati consapevoli della causa di incompatibilità, ma non agirono di conseguenza. L’indagine nacque da un esposto di Rekeep, finita terza nella gara. Persona offesa è il policlinico Sant’Orsola.

“Ora che potremo confrontarci con un giudice terzo siamo fiduciosi di poter finalmente dimostrare la piena correttezza del nostro operato e la totale estraneità alle ipotesi di accusa contestate”, dice l’avvocato Bottiglioni, per Storchi.