Reggio. Cede un lucernario sul tetto: precipita dal capannone, morto 56enne

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Stava lavorando sul tetto di un capannone, quando è improvvisamente precipitato di sotto dopo essere passato su un lucernario che ha ceduto. E’ morto così, quando erano circa le 13.20 di oggi martedì 5 di marzo, un 56enne artigiano edile, originario dell’Egitto, ma residente a Reggio Emilia, che era insieme ad alcuni suoi operai e il figlio al civico 35 di via Calvi di Coenzo, a Villa Mancasale.

Dopo l’ennesimo incidente mortale sul lavoro sul lavoro, Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato due ore di sciopero generale per mercoledì 6 marzo.

Sindacati proclamano sciopero generale provinciale. Si allunga il “bollettino di guerra” delle morti sul lavoro, con il tragico decesso di un lavoratore edile avvenuto oggi in un cantiere di Mancasale. Un nuovo dramma scaturito dalla mancanza di sicurezza, contro la quale Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per domani, 6 marzo, uno sciopero generale provinciale del settore privato.

L’astensione dal lavoro riguarderà le ultime due ore di ogni turno. Nella nostra Provincia gli infortuni mortali nel 2023 sono stati sette ma, come dimostra la tragedia avvenuta oggi all’interno di un capannone di Mancasale, questo numero è destinato a crescere se non si metteranno in atto i necessari provvedimenti.
Mancanza di una capillarità dei controlli, esplosione dei subappalti selvaggi, violazione reiterata delle norme sulla salute e sicurezza, precarietà lavorativa che nel settore edile si concretizza in partite iva che nascondono sfruttamento lavorativo. Ecco le ragioni che determinano la strage infinita, indegna di un Paese civile.

Occorre agire bene, in fretta e con coordinamento. Sul piano locale aspettiamo che la Provincia di Reggio Emilia riunisca il tavolo previsto dal Patto per il Lavoro e Per il Clima, che può avere una rilevante funzione di vero coordinamento; siamo pronti, in quella sede, a fare proposte concrete come ad esempio: aumentare i controlli, l’informazione e la formazione, anche per i datori di lavoro.
Pretendere una mobilitazione istituzionale affinché lo Stato investa sui controlli, sbloccando i 2 miliardi di euro nella disponibilità dell’Inail. Come abbiamo avuto modo di denunciare alla Prefettura e all’Ispettorato del Lavoro, la nostra provincia non è più da considerarsi “isola felice”.
Non possiamo permettere che le morti sul lavoro vengano percepite dall’opinione pubblica come ordinarie e fisiologiche per chi opera in determinati settori.
Il primo scudo contro chi mette davanti il profitto alla dignità dei lavoratori è, infatti, il coinvolgimento e la consapevolezza delle persone.
Oggi è il momento del cordoglio per l’ennesima vittima di un sistema sbagliato.
Con lo sciopero di domani e con le prossime iniziative segnaleremo che è giunto il tempo che tutti gli attori, a tutti i livelli, facciano la loro scelta di campo per dare vita ad una vera lotta senza quartiere contro gli infortuni sul lavoro e i loro responsabili.