Polemica a Borgo Panigale di Bologna per la situazione del polo crematorio all’interno del cimitero. Una situazione definita in due denunce presentate ai carabinieri da altrettante imprese di pompe funebri bolognesi ‘indecorosa’ nella gestione delle salme dei defunti e dei resti in attesa di essere cremati, con possibili violazioni di norme igienico-sanitarie e di polizia mortuaria.
Ne ha dato notizia il tg dell’emittente E’tv, riferendo che nelle segnalazioni si parla di “cofani funebri e cartoni con esiti da estumulazione ammassati nel giardino antistante il forno crematorio, alcuni coperti con teloni per proteggerli alla meglio dalle intemperie, altri scoperti”. Presunte situazioni irregolari vengono indicate anche al cimitero della Certosa, dove in un deposito facilmente accessibile sarebbero ben visibili “cartoni contenenti resti mortali conferiti da altre regioni e in attesa di cremazione accatastati in un luogo dove le norme igienico-sanitarie non lo prevedono, con rischi anche per la salute degli operatori del cimitero”. Per Massimiliano Pedrucci, impresario funebre che ha presentato una delle denunce, si tratta di una “situazione disumana e anche illegale – ha detto in una intervista a E’tv – dal punto di vista dell’antincendio e in materia di polizia mortuaria”. A quanto si apprende, in seguito alle denunce i carabinieri hanno avviato accertamenti, con l’ipotesi di fare intervenire anche i Nas per un sopralluogo.
Il parere degli impresari funebri è che questa situazione possa essere in quale modo legata al numero elevato di cremazioni di cui si fa carico Bologna Servizi Cimiteriali, società controllata in maggioranza dal Comune di Bologna, per fare fronte alle tante salme che arrivano da altre regioni e che rappresenterebbero circa due terzi del totale, in virtù di alcune convenzioni. I vertici di Bologna Servizi Cimiteriali, interpellati da E’tv, hanno replicato che, per rispetto del Consiglio Comunale, la posizione della società potrà essere fornita successivamente all’iter istituzionale previsto, quindi dopo la prossima commissione, il 7 marzo.
Nei giorni scorsi la consigliera comunale di opposizione Paola Francesca Scarano (gruppo misto Bologna più) aveva infatti denunciato tempi di attesa per una cremazione anche oltre i 60 giorni. “È una situazione riscontrata da fine 2023 e nulla è migliorato, tanto che la scorsa settimana c’è stato anche un intervento dei carabinieri dovuto, da quanto ci risulta, a una lite tra un cittadino e alcuni dipendenti del polo di Borgo Panigale proprio per i tempi di attesa di una cremazione. Tutto questo non è accettabile, non si possono aspettare diversi mesi per usufruire di un servizio che non costa poco, senza considerare l’aspetto umano”.
“Siamo al lavoro per ripristinare gli ordinari tempi. Tra novembre e gennaio si è registrato un picco della domanda di cremazione verso la nostra società, segno di una riconosciuta qualità del servizio. Per far fronte alla situazione abbiamo deciso di sospendere temporaneamente le richieste che provengono al di fuori della Città metropolitana, dando priorità al territorio, per garantire la miglior cura e qualità del servizio”, aveva replicato il presidente di Bologna Servizi cimiteriali Simone Spataro.
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Ma i commercianti vorrebbero lavorare tutto l' anno...o no?
ok emilia allora è solo per il salvataggio del natale? non capisco bene cosa mi contesti... ripeto e concludo per non far diventare questi sproloqui […]
ho la quasi certezza che se un reggiano autocnono, prova anche solo a reagire come fanno spessissimo questi nostri nuovi amatissimi e alacri cittadini italiani,