Per Azione Reggio Emilia, il Comune sta rischiando grosso con l’ambizioso progetto di un nuovo centro sportivo polifunzionale in via Melato, un project financing (finanza di progetto) che coinvolge la società Sidecu del Gruppo Supera, con sede a La Coruna (Spagna), specializzata in interventi questo genere.
Lo afferma l’avvocato Claudio Bigi, responsabile provinciale Enti locali di Azione, con una lunga nota nella quale premette che “tra le numerose discontinuità che Azione Reggio Emilia ha posto come precondizione in vista di una futura coalizione di governo locale vi è certamente la revisione dell’apparato tecnico-amministrativo del Comune a partire dalle deleghe di Giunta”.
“Si tratta di definire ciò che sul piano economico si definisce “due diligence”, ossia un’attenta osservazione e considerazione di piani, progetti, concorsi, accordi/convenzioni, attività e passività attualmente in carico all’amministrazione. Comprese le gare di appalto, i concorsi, le convenzioni e i project financing. In questo senso, valutando con rigoroso scrupolo professionale il piano a suo tempo presentato, siamo convinti che sia indispensabile una riconsiderazione e una ridefinizione del progetto relativo alle piscine di via Melato – afferma ancora Bigi – Sulla piattaforma telematica gare pubbliche della Regione (SATER), accessibile a tutti, abbiamo reperito il Piano Economico-Finanziario (PEF) e la bozza di convenzione presentati da un promotore relativi al Centro sportivo polifunzionale di via Melato.
“Il PEF e la Convenzione non avrebbero dovuto essere approvati dal Comune, con la conseguenza che, ove la gara non venisse annullata, verrà portata avanti una procedura illegittima, con gravi rischi economici a carico del Comune, per le seguenti principali ragioni, fra le altre numerose anomalie, che, senza entrare nei dettagli tecnico/legali dalle quali prendono origine, sono così riassumibili:
1) Mancano nel PEF alcuni fondamentali indicatori di riferimento della redditività dell’operatore economico la cui presenza è ritenuta indispensabile da ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione);
2) Anche assumendo come congrue e sufficienti le valutazioni del PEF presentato e approvato, emerge comunque un extra redditività per il privato gestore di oltre 6 milioni di euro, su un valore del futuro centro di 16 milioni, considerato già al netto di tutti i costi; cioè trattasi di “extra-profitto” netto che si realizza dopo aver spesato tutti i costi;
3) Il privato investitore si è altamente cautelato nella convenzione a scapito del Comune prevedendo che in caso di minimo aumento dei costi di costruzione, o di diminuzione dei ricavi della gestione, nonché di aumento delle imposte e degli oneri finanziari, il Comune debba intervenire con un contributo economico a favore del privato, drenando così risorse alle casse comunali o in alternativa autorizzando l’aumento delle tariffe ai cittadini/utenti, quando in realtà il margine di redditività dell’operazione per il privato è già di per sé incomprensibilmente esagerato;
4) La durata della concessione, pari a 42 anni, è eccessiva. In ambito finanziario o industriale è raro trovare una operazione d’ammortamento finanziario e industriale così a lungo termine, perché in un lasso di tempo così ampio le variabili sono troppe e in troppi ambiti.
5) Risulta oggettivamente inattendibile un tasso di interesse attualizzato del 3,75% su un finanziamento bancario di circa 11 milioni di euro, così come risulta essere molto ottimistica la previsione di oltre 4.000 abbonamenti a regime”.
Per Bigi la conclusione è che “il Piano deve essere rifatto, quantunque sia stato asseverato”.
“Né si venga a dire che il PEF è asseverato, in quanto l’asseverazione non entra nel merito dei numeri e dei dati posti a base del piano che il promotore fornisce – afferma ancora il responsabile provinciale Enti locali di Azione – Ci sorprende che dopo l’operazione disastrosa di Silk Faw o la perdita milionaria relativa al credito IMU Fantuzzi Immobiliare, gestite con evidente mancanza di esperienza e competenza specifica in campo economico e finanziario dai funzionari di giunta del Sindaco, l’amministrazione non abbia inteso correggersi in queste materie avvalendosi del supporto di adeguate professionalità nella valutazione e costruzione del progetto.
Qualora detto ricorso alla competenza sia stato svolto, chiediamo al Sindaco che siano resi pubblici i pareri rilasciati e i nomi degli estensori che hanno indotto l’amministrazione a una decisione che definire imprudente e viziata nella sostanza e nella forma è il minimo.
Peraltro, che qualcosa non abbia funzionato risulta anche dal fatto che la gara si sia fermata alla sua scadenza del 31 ottobre 2023, senza che se ne conoscano ancora gli esiti o quanto meno siano stati pubblicati sulla piattaforma Sater i verbali della seduta di gara. Alla faccia della trasparenza”.
Penso che sia un articolo colmo di senso reale. Il senso di una burocratizzazione ai massimi. Se si spera che una struttura sportiva renda sempre, occorre che ci sia. un sistema di sponsorizzazioni tale che compra le spese del finanziamento. Se arriva una Societa’ estera, potra’ coinvolgere,traghettare,etc. etc. Se aprono imprese estere in Italia da un trentennio, anche per lo sport ci sara’ del margine. Non rendera’ come il Mapei stadium, ma si potra’ fare.