Associazione difende Portanova

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“Portanova è innocente, ne abbiamo le prove”. L’Associazione Vittime di Falsi Abusi produce le carte con le quali si schiera a sostegno dell’innocenza del calciatore 23enne Manolo Portanova, di proprietà del Genoa, oggi in prestito alla Reggiana, e al centro di una vicenda giudiziaria che lo ha visto condannato in primo grado a 6 anni per presunto stupro di gruppo, sentenza per la quale i legali dello sportivo hanno già presentato ricorso in Appello.

Dunque nel caso Portanova emerge una novità, un’associazione che si occupa di vittime di falsi abusi da mesi sta lavorando sul caso a seguito dell’interessamento di alcuni tifosi della Reggiana Calcio che non hanno mai creduto alla colpevolezza del loro idolo. L’Associazione è intenzionata a dimostrare l’innocenza di Portanova anche nelle dovute sedi legali.

Sostengono i difensori di Manolo Portanova a suo di documenti allegati, ben 14 in numero: “Troppe opacità e incongruenze fra il racconto della ragazza presunta vittima e le prove prodotte: video, chat, messaggi, scambi di file audio, perizie, testimonianze…E’ corposa la documentazione dalla quale emergerebbe l’innocenza del calciatore Manolo Portanova, e che quanto accadde la notte del 30 maggio 2021 fu sesso consenziente fra cinque persone, non uno stupro di gruppo.

Documentazione che la difesa del calciatore – l’avvocato Gabriele Bordoni- ha sottoposto al vaglio del giudice durante il procedimento di primo grado, ma che nelle motivazioni della Sentenza (per cui è pendente Appello) non ha trovato idoneo conforto.

Per questo motivo, l’Associazione Vittime di Falsi Abusi, a seguito dell’interessamento di alcuni tifosi della Reggiana Calcio che non hanno mai creduto alla colpevolezza del loro idolo, e dopo aver studiato il fascicolo processuale incaricando l’avvocato Marina Bortolani, ha deciso che depositerà a breve un esposto presso la Procura di Siena, chiedendo ai magistrati senesi di verificare se quanto dichiarato dalla ragazza presunta vittima nella denuncia depositata contro il Calciatore Manolo Portanova corrisponde al vero.

Bene ha fatto il Coni nei giorni scorsi a non accogliere la proposta della Procura Generale di sospendere il giovane calciatore, rischiando di rovinare la vita privata e professionale di un innocente 23enne italiano.

Manolo Portanova è un noto giovane calciatore italiano proveniente dalle giovanili della Lazio che a soli 19 anni ha giocato partite in serie A nella Juventus. Ceduto al Genoa per 10 milioni di euro nel 2021, dall’estate scorsa è stato ceduto in prestito alla Reggiana, dopo un processo mediatico a suo sfavore iniziato a seguito della denuncia di una ragazza per violenza sessuale di gruppo la notte del 30 maggio 2021, e culminato con la condanna in primo grado a 6 anni.

Ma Manolo Portanova è innocente.

In Appello si chiarirà il perchè la giudice del tribunale di Siena, nella sentenza emessa, ha fondato il proprio convincimento sulla base di affermazioni della presunta vittima anche laddove contraddittorie, senza lasciarsi scalfire dalle prove prodotte dalla difesa.

La presunzione d’innocenza è un principio sancito in primis dalla Costituzione italiana, secondo il quale un imputato è considerato non colpevole sino a condanna definitiva, vale a dire, sino all’esito del terzo grado di giudizio emesso dalla Cassazione.

Ma Manolo Portanova è già stato condannato, a priori, da tutti.

E’ stato condannato dalla presunta vittima che nell’immediatezza di quella notte (fra le varie cose di cui si parlerà a breve) inviò un vocale al cugino in cui ammetteva: “Non mi sono imposta. Non ho detto no”…..magari se mi imponevo in maniera molto schietta, non accadeva un c….”, per poi, dopo un anno, dichiarare di aver detto a 2 ragazzi su 4 “levatevi dai coglioni” (con un secondo, il fratello minore del calciatore, non ha mai smentito di esser stata consenziente alla presenza).

E’ stato condannato dai media, che hanno quasi sempre dato voce a una sola versione dei fatti.
E’ stato condannato da tifosi come quelli del Bari che sono insorti gridando a squarciagola che non volevano uno stupratore in campo (e chi lo vuole?). E’ stato condannato da una parte del popolo.

Una giovanissima promessa del calcio italiano che ha vestito la maglia azzurra Under 21, che ha portato i colori della nostra Nazione e che prima si contendevano tutti, improvvisamente sì è visto sbattere violentemente le porte in faccia. Juventus, Genoa, Bari…in quei campi Manolo Portanova pareva non essere più gradito.

Solo la Reggiana Calcio che disputa il campionato di serie B, e che saggiamente ha applicato il principio di presunzione di innocenza, ha accolto a braccia aperte un calciatore di serie A.

In un momento molto delicato in cui (giustamente) le prime pagine dei media sono occupate da tragici casi, scrivere la parola “stupro” anche laddove è stato consumato un gioco sessuale consenziente è un attimo.

“E’ stato condannato da un giudice di primo grado”. Questo è ciò che viene ripetuto come un mantra, senza pensare nemmeno per un secondo che la giustizia non è immune da errori (per questo esistono 3 gradi di giudizio), e che potrebbe aver sbagliato e condannato in primo grado un ragazzo innocente.
Leggere con attenzione le corposissime carte processuali, in cui emergono prove schiaccianti prodotte (e quindi pubbliche) è impegnativo, ma in ballo c’è la vita di un giovane innocente.

Allora, nella speranza che i cittadini conoscano un’altra verità, è l’Associazione Vittime di Falsi Abusi a cercare di fare chiarezza attraverso il proprio legale.

Dalle indagini effettuate, dagli esami certificati, dallo svolgimento dei fatti raccontati dai testimoni, da un video inequivocabile che per ragioni di privacy non si può produrre, compare una ragazza cosciente (non era sotto l’effetto né di alcol, nè di droghe) che partecipa attivamente al sesso di gruppo, senza alcuna costrizione.
Il calciatore Manolo Portanova nella notte fra il 30 e il 31 maggio maggio 2021 ha pertanto partecipato a un gioco sessuale di gruppo del quale tutti i soggetti coinvolti erano consapevoli e consenzienti.

Esitono prove e l’Associazione le condivide.

Partiamo dalla memoria che ha prodotto la ragazza presunta vittima in cui ha ricostruito il suo stato d’animo dopo la presunta violenza e che la sua Psicologa considerò “autentico, sincero e molto utile a scandagliare il vissuto traumatico della stessa”: confrontando questa dichiarazione con lo scritto di una ragazza americana vittima di stupro nel 2016 (facilmente reperibile in internet da chiunque) risultano evidenti le congruenze se non proprio il copia-incolla di molte frasi. Allora ci chiediamo: è uno scritto così autentico e sincero? Perché una persona presunta vittima per esprimere il proprio sentimento copia testi di altre persone? Perché tale fatto non è stato preso in considerazione dal giudice di primo grado?

Un testimone chiave, ovvero il proprietario del mini appartamento in cui si sarebbe svolto il fatto, ha dichiarato alla Polizia che per due volte entrò nella stanza mentre veniva consumato il rapporto sessuale a distanza di 1 metro, ma di non aver notato nulla di sospetto: nessun lamento, nessuna richiesta di aiuto, nessuna costrizione.

Secondo i periti, in un appartamento di 40 metri quadrati con 9 persone dentro è praticamente impossibile che nessuno si accorga di uno stupro di gruppo. La presunta vittima poteva tranquillamente lanciare una richiesta d’aiuto anche senza necessità di urlare, dal momento che si sentivano chiaramente i gemiti di piacere.

La ragazza presunta vittima ha dichiarato ai giornalisti che Manolo non avrebbe voluto confrontarsi pubblicamente con lei, cosa che non corrisponde al vero. Manolo anzi si è sempre reso disponibile, ma il giudice ha bocciato la richiesta avanzata tramite il legale avvocato Bordoni. Richiesta che è già stata riproposta anche in Appello.

La ragazza presunta vittima poche ore prima di quella serata scrive all’amica un messaggio abbastanza inequivocabile “tornata in patria voglio scoppiare di alcol e di c……” .

Nei messaggi che la ragazza si scambiava con un’amica si parla del rapporto tra la ragazza e il batterista dei Maneskin (Ethan Torchio). La ragazza presunta vittima confida all’amica di tenere alcune foto e chat con il musicista “perchè un giorno così magari posso ricattarlo”. Ora il musicista è chiamato a testimoniare nel procedimento con rito ordinario che ha scelto Cappiello (il quarto ragazzo presente alla serata) .

La ragazza presunta vittima si è scambiata diversi messaggi con i poliziotti che indagavano sulla vicenda, un comportamento quantomeno atipico .

La ragazza presunta vittima ha effettuato ricerche in google su “come cancellare messaggi senza che resti traccia”  e poi li ha cancellati, nonostante la contraria indicazione della Polizia.

La ragazza presunta vittima ha dichiarato in un’intervista a La Stampa (il 7 marzo 2023) : “il mio interesse nei suoi confronti è nato senza che io avessi la minima idea di chi fosse e che cosa facesse nella vita”. Così non è! E tale bugia emerge negli atti processuali dove la stessa dichiara tutt’altro . La presunta vittima era pertanto ben a conoscenza chi fosse Manolo Portanova già dai primi di maggio, una promessa del calcio italiano ingaggiato dalla Juventus e selezionato per la nazionale giovanile con tutte le conseguenze (anche economiche) del caso.

La ragazza presunta vittima subito dopo il fatto scrive messaggi al cugino: “No. Non mi sono imposta. Non ho detto no”.“Ho sbagliato perchè io non è che mi sono…come posso dire imposta. Non ho detto di no, o forse non è stato capito…cioè, magari sei io mi…se mi imponevo, a dritto, in maniera molto schietta, non accadeva un c…

Alle ore 2.52 del 30 maggio 2021, quindi terminato da pochissimo il presunto stupro di gruppo, la ragazza presunta vittima scrive al cugino un messaggio in cui descrive chiaramente ciò che era da poco accaduto: “un’orgia con 4 maschi”.

Il referto del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Siena non pone la diagnosi di violenza sessuale, ma di “riferita violenza sessuale”.

La ragazza presunta vittima, tre settimane prima del fatto, in una chat vocale con un’amica, mentre spiegava il proprio rapporto ambivalente con il sesso affermava che “comunque a me spesso fa male, a me spesso esce sangue nel corso dei rapporti, una cosa terribile”.

Nel referto del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Siena i CCTTPP notavano inoltre “l’assenza assoluta di segni e di lesioni rapportabili a violenza fisica da costrizione o difesa e resistenza sul corpo della giovane ragazza”, aggiungendo che “Le uniche lesioni rilevate il giorno successivo all’evento in questione sono rappresentate dalle numerose petecchie in sede glutea e da edema e arrossamento in sede vulvare con abrasione superficiale sanguinante”, cosa che si giustifica con il precedente punto 13 e con immagini precedenti della ragazza, rinvenute sul suo telefono dai periti”.