E’ a fine anni Novanta che, con il decreto Burlando del 97 ‘tradotto’ in Emilia-Romagna con la Legge Regionale n. 30/98, inizia una riforma del trasporto pubblico locale – come spesso avviene nel nostro Belpaese – ancora ben lungi, dopo un quarto di secolo, dall’essere completata. Tagli e comunque mancate certezze degli indispensabili finanziamenti statali e direttive comunitarie, hanno contribuito a ostacolare una riforma che mirava a “ridefinire le caratteristiche della mobilità pubblica, avviando la liberalizzazione del mercato, attraverso l’introduzione di regole di concorrenzialità tese all’innalzamento della qualità del servizio e al contenimento dei costi”.
Come? Il primo passo è stato separare le funzioni: da un lato quelle di indirizzo, controllo e stazione appaltante, dall’altro l’esercizio della gestione del tpl. Dal 2001 la Regione Emilia-Romagna fa nascere così – una per per provincia – le Agenzie locali per la mobilità, a cui viene assegnato il primo compito: ovvero progettare, amministrare, coordinare, controllare i servizi di trasporto pubblico locale e, soprattutto, affidarne l’erogazione con gara a soggetti terzi.
L’Agenzia per la mobilità di Reggio Emilia è partecipata dal Comune capoluogo (38,55%), dalla Provincia (28,62%) e da tutti gli altri 42 Comuni reggiani con percentuali marginali (molti “zero virgola”, a parte i comuni più popolosi come Scandiano, che detiene il 3,16%, o Correggio, 2,94%). Spende circa mezzo milione all’anno per il proprio personale, è guidata da un amministratore unico (Stefano Riva, subentrato nel 2021 a Michele Vernaci, che ricopriva la carica dal 2013) e da un direttore (dal 2020 Cecilia Rossi, foto).
E’ dunque l’Agenzia per la mobilità di Reggio Emilia che deve decidere chi, concretamente, deve realizzare e garantire i servizi di trasporto pubblico in tutto il territorio provinciale. E dovrebbe farlo “avviando la liberalizzazione del mercato, attraverso l’introduzione di regole di concorrenzialità”. E’ andata davvero così?
Dal 2012 – anno in cui Act Reggio, Atcm Modena e Tempi Piacenza sono confluite in Seta – il gestore unico del servizio di trasporto pubblico locale automobilistico nelle tre province emiliane è sempre stato Seta. Attraverso una serie infinita di proroghe – a volte di un anno, a volte di tre – le Agenzie per la mobilità di Reggio Emilia, Modena e Piacenza hanno di volta in volta rinnovato la fiducia alla Spa con sede a Modena. L’ultima volta lo hanno fatto nel dicembre 2022, prorogando i rispettivi contratti di servizio con Seta fino al 31 dicembre 2026.
Per (almeno) 15 anni ininterrotti Seta sarà dunque unica responsabile di tutto il sistema di produzione del servizio di tpl su gomma dei tre bacini di Reggio, Modena e Piacenza: dall’esercizio dei trasporti bus urbani ed extraurbani, alla manutenzione dei mezzi, dalla vendita dei titoli di viaggio alla gestione delle biglietterie e dei servizi per l’utenza. Con buona pace della concorrenzialità. Quanto alla liberalizzazione, ce ne occuperemo domani.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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