Il critico d’arte e politico ferrarese Vittorio Sgarbi nuovamente nell’occhio del ciclone. La trasmissione Report – nella puntata trasmessa su Rai 3 ieri sera, domenica 7 gennaio – è infatti tornata ad occuparsi della preziosa opera del Seicento posseduta dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che risulta simile al quadro di Rutilio Manetti rubato dal castello di Buriasco nel 2013.
Dopo l’inchiesta, andata in onda a metà dicembre, il noto politico e critico d’arte aveva smentito categoricamente, sostenendo che il dipinto rubato e quello di in suo possesso fossero due opere diverse. Ma Report è entrata in possesso della scansione ad alta risoluzione del dipinto di Sgarbi, effettuata per conto del sottosegretario da un’azienda di Correggio (Reggio Emilia), la GLab. E dall’analisi della scansione a 16k dell’opera emergerebbero prove difficilmente confutabili secondo la redazione guidata da Sigfrido Ranucci. L’opera di Sgarbi, esposta a Lucca nel dicembre 2021 e quella trafugata – consegnata al restauratore Gianfranco Mingardi nel 2013 – sarebbero per la trasmissione di Rai 3 la stessa opera. Non solo: anche un frammento ritrovato al castello di Buriasco, rimasto incastrato nella cornice dopo il furto, dimostrerebbe che il dipinto rubato e quello restaurato coincidono. L’unica differenza visibile con l’opera rubata è una fiaccola in alto a sinistra, presente nell’opera di Sgarbi. La scansione, visionata da esperti di altissimo livello, dimostrerebbe che sarebbe stata aggiunta in un secondo momento, in quanto l’area è priva delle crepe tipiche di un dipinto vecchio. “Toccherà ora ai carabinieri del Nucleo di tutela, che da settimane indagano sulla vicenda, trovare e visionare l’opera per chiarire in modo inconfutabile se un sottosegretario alla Cultura abbia o meno nella sua collezione un’opera d’arte rubata”, sostiene Report.
La replica di Sgarbi
“Nessuna incongruenza. Nessuna risposta. Le inchieste le fa la magistratura, alla quale sola, davanti all’evidenza dei fatti, corrotta da due giornalisti, sono pronto a rispondere”. Così il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha risposto all’Adnkronos, continuando a negare con decisione che il dipinto sia lo stesso: “E’ una loro attività diffamatoria, il sospetto è la loro arma: la mia sono le indagini inequivocabili fatte sul dipinto, che loro non conoscono”, ha aggiunto.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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