80 anni fa il bombardamento delle Officine Reggiane

omi-in-rovina

Esattamente 80 anni fa, la nostra città subiva il peggior bombardamento della sua storia. Alle 13.32 del 8 gennaio 1944, 109 bombardieri B-17 “Fortezze volanti” iniziavano a scaricare sulla città 1300 bombe da 500 libbre, pari a 320 tonnellate di ordigni.
L’area colpita dalle bombe è molto ampia, oltre 5 chilometri in lunghezza per oltre 7 chilometri quadrati di superficie, risolvendosi quindi in un bombardamento a tappeto che porta la devastazione sull’area nord ed est della città, devastando le OMI Reggiane, i villaggi operai adiacenti, ma anche l’Istituto Psichiatrico San Lazzaro, la stazione ferroviaria e le aree adiacenti, l’Ospedale civile di Santa Maria Nuova (attuale via Dante) e altre aree del centro storico. Agli ingenti danni materiali, si somma la tragedia degli sfollati e il lungo elenco dei caduti, ovvero 196 cittadini reggiani, a cui vanno sommati 256 feriti, spesso permanentemente mutilati.

Non dobbiamo poi dimenticare che la sera precedente, la nostra città era già stata martoriata dai bombardieri Vickers Wellington della RAF, che avevano sganciato sulla città 3 bombe dirompenti da 4000 libbre (18 quintali cadauna!), 139 bombe da 500 libbre e 240 bombe incendiarie, cagionando 68 decessi e 24 ferimenti.

Nell’80esimo anniversario della strage, l’Associazione Nazionale Volontari di Guerra e il Centro Studi Italia hanno deciso di ricordare le Vittime della campagna di bombardamenti angloamericani che interessò la città e il forese dal 1943 al 24 aprile 1945, causando 766 morti e oltre 1000 feriti.
Per ospitare i loro poveri resti (spesso arti o poco più) venne creato un spazio apposito nel Cimitero monumentale, un Sacrario (necessitante a nostro parere di un accurato restauro dell’epigrafe superiore) presso cui oggi abbiamo depositato una corona di alloro, per poi spostarci nel parco Santa Maria, ove sorgeva l’ospedale civile, per posare un mazzo di fiori sul monumento (purtroppo misconosciuto) dedicato alle vittime civili dei bombardamenti alleati.

(Alessandro Casolari, presidente Associazione Nazionale Volontari di Guerra)

(Luca Tadolini, Centro Studi Italia)