Dopo 30 anni nuova inchiesta su Uno Bianca

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Per la prima volta dopo 30 anni si apre un nuovo fascicolo di indagine sui delitti della banda della uno bianca: concorso in omicidio volontario a carico di ignoti. Titolare la procura di Bologna che ha preso in esame l’esposto presentato nel maggio dell’anno scorso da alcuni familiari delle vittime.

Si tratta di un’inchiesta coordinata dal procuratore Giuseppe Amato e dalla procuratrice aggiunta Lucia Russo, con indagini delegate alla Digos e al Ros.
L’esposto, 250 pagine, è stato depositato alla Procura di Bologna, alla Procura nazionale Antiterrorismo e per conoscenza a quella di Reggio Calabria (che indagò sulla Falange Armata) chiedendo di riaprire le indagini sul gruppo criminale capeggiato dai fratelli Savi, composto per cinque sesti da poliziotti e che tra il 1987 e il 1994 uccise 23 persone e ne ferì oltre 100.

La tesi dei familiari, assistiti dagli avvocati Alessandro Gamberini e Luca Moser, è che ci siano state e vadano accertati eventuali mandanti, ulteriori complicità e coperture.
Tra gli aspetti che si chiede di approfondire c’è la richiesta di fare indagini sul brigadiere dei carabinieri Domenico Macauda, già condannato per calunnia, in relazione all’omicidio dei carabinieri Cataldo Stasi e Umberto Erriu, assassinati il 20 aprile 1988 a Castel Maggiore.