Reggio, ultimi giorni per la mostra su Zavattini tra parola e immagine

Immagini della ricerca fotografica. Foto di Cesare Leonardi, 1970 circa_3_11zon

Nel weekend imperdibili gli appuntamenti al Palazzo dei Musei con la mostra, aperta al pubblico fino al 7 gennaio 2024, dedicata a Cesare Zavattini: “Parliamo ancora di me. Zavattini tra parola e immagine” a cura di Alberto Ferraboschi e Alessandro Gazzotti. Il percorso espositivo intende illustrare la sostanziale organicità e coerenza dell’opera zavattiniana nell’impegno per una riflessione sulla propria autorappresentazione e la sua trasfigurazione nel campo della scrittura e della pittura. La mostra è ad ingresso gratuito negli orari di apertura del museo: giovedì 28 dicembre: 10-13 / 15-18; venerdì 29, sabato 30, domenica 31 dicembre: 10-18; lunedì 1 gennaio: chiuso.

(Le visite guidate sono previste ogni sabato alle 15. Costo forfettario € 35.00, massimo 7 partecipanti. Prenotazione consigliata, 0522 456816(in orario di apertura del Palazzo dei Musei).

Sono gratuite e osservano gli stessi orari di apertura anche le mostre “Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi. Giardini in Europa e l’Architettura degli Alberi” a cura di Ilaria Campioli, e “Giulio Bizzarri. Arte divertissement pubblicità” a cura di Alessandro Gazzotti e Ernesto Tuliozi, entrambe visitabili negli stessi orari. La prima propone un’ampia riflessione sull’elemento naturale mettendo in dialogo tre esperienze che si svolgono all’incirca negli stessi anni e in cui fotografia, disegno e grafica fungono da dispositivi privilegiati nel ricollocare la natura all’interno del nostro orizzonte percettivo nel quale, spesso, occupa un ruolo secondario, di sfondo.

Con la seconda mostra, invece, i Musei Civici di Reggio Emilia celebrano uno dei più importanti intellettuali reggiani, Giulio Bizzarri, per ricostruire la figura complessa e poliedrica di questo inesauribile creativo, cofondatore dell’Università del Progetto, che, attraverso le sue geniali intuizioni e sapendo circondarsi di collaboratori illuminati, ha contribuito, tra le altre cose, a definire l’identità e l’immaginario della nostra città e del suo territorio.