Roberta Anceschi*, i risultati della vostra recente indagine socio-statistica su Reggio dicono che i reggiani sono ispirati a una “medietà”, conducono cioè una “vita da mediano”. Cosa significa?
Significa che i reggiani hanno un atteggiamento sobrio, dove il lavoro e l’industria costituiscono un caposaldo dell’identità sociale. Quello che serve ora è trasformare questo ruolo in un mediano maggiormente di spinta, che sia conscio della propria forza.
Della realtà reggiana si parla di “stabilità inclinata”. Che cosa si intende?
Considerando lo stato sociale dei reggiani, osserviamo una prevalenza di stabilità delle condizioni: l’ascensore resta fermo nelle posizioni acquisite (56,2%), benché il 34,7% intraveda un processo di erosione delle proprio status. Siamo di fronte a una prevalente condizione economica di stabilità, però con un piano inclinato verso il basso che interessa una quota significativa di soggetti e famiglie reggiane.
La vostra ricerca evidenzia la presenza nei reggiani di un sentimento ancorato alle istituzioni, più che alle individualità politiche…
Si, la dimensione istituzionale, collegata a un buon funzionamento dell’amministrazione pubblica e alla presenza di servizi territoriali diffusi, ha un radicamento ancora importante nell’immaginario collettivo, che supera la soggettività e i processi di personalizzazione intrapresi in particolare dalla politica. (G.B.)
* presidente Unindustria Reggio Emilia
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]