Scrive in una il parlamentare reggiano del Partito democratico Andrea Rossi: “Il decreto immigrazione che stiamo votando in Aula in questi giorni non è altro che la classica bandierina posizionata dal governo, ma che non risolve alcun problema legato al complesso tema delle migrazioni e, nonostante la famosa politica degli annunci di chi doveva essere pronto per il governo, gli sbarchi nel nostro Paese hanno raggiunto livelli record.
Il decreto proposto dal governo in materia di immigrazione solleva preoccupazioni gravi e al suo interno si coglie come vi sia una scelta di campo politicamente ben definita di mettere in difficoltà gli enti locali che in concreto di occupano di accoglienza diffusa. Per questo motivo, ho presentato un ordine del giorno per mettere al centro delle scelte che vengono compiute in Parlamento proprio i Comuni, i veri registi e fautori dell’integrazione sociale, attraverso una richiesta di impegno per reperire tutte le risorse a essi necessarie nelle condizioni di erogare i
servizi essenziali ai cittadini e, nel mio caso, con particolare riguardo ai comuni della provincia di Reggio Emilia interessati da arrivi consistenti di migranti.
In questi anni i comuni hanno visto un aumento dei costi in tutti i settori, dai servizi mensa, all’assistenza e agli anziani, dal costo del lavoro, fino all’adeguamento dei contratti collettivi.
Solo nel comune capoluogo di Reggio Emilia nei servizi 0/6 si è passati da 20 a 24 milioni di spesa, nella non autosufficienza da 1 a 6 milioni, nel sostegno scolastico diritto allo studio da 600 mila a 3 milioni. Solo per i minori non accompagnati, che sono circa 210 si spendono 5 milioni all’anno (non rimborsati dallo Stato).
Come dimostra anche la legge di bilancio il governo sta operando solo tagli, compromettendo gravemente il ruolo essenziale che questi enti locali svolgono nell’erogazione di servizi essenziali, tra i quali appunto la gestione dell’accoglienza e nell’assicurare l’integrazione armoniosa dei migranti nelle nostre comunità. Tagliare le risorse significa indebolire la capacità di questi enti di offrire servizi essenziali, di promuovere la coesione sociale e di facilitare l’inclusione dei nuovi arrivati.
Ritengo che il Governo ancora una volta abbia perso un’occasione nel non approvare il mio odg, perché mentre si prodiga a sostenere l’autonomia differenziata non riconosce le vere autonomie locali, che garantiscono la tenuta dei nostri servizi: i Comuni”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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