Siamo sicuri che l’ordinanza anti-cattiveria del sindaco di Luzzara sia stata una gaffe? Qui con assoluta franchezza si pensa il contrario.
Al netto dello tsunami mediatico a cui è stato sottoposto dopo i tweet del ministro Salvini che ne spubblicavano l’oggettiva incoerenza tra auspici e comportamenti via social l’iniziativa di Andrea Costa, nella sua splendida inattuabilità, corrisponde al sentimento di milioni di persone stanche di un confronto politico intriso di odio, minacce, violenza.
Oltre la categoria ormai consunta del cosiddetto “buonismo”, nell’Italia prossima in cui Grillo e Renzi firmano insieme pubblici appelli pro-scienza, e dove la rissa quotidiana si disperde nei rivoli del giovanilismo trappista e nichilista volto alla perpetuazione del disagio, una sana e doverosa riscoperta dei margini più evoluti dell’essere umano civile e responsabile si ritrova a invocare fratellanza, solidarietà, rispetto, buona educazione e viceversa
(educazione buona, non buonista).
Dunque Costa non ha fatto bene. Ha fatto benissimo. Ora tornasse sul tema, non lasciasse perdere, scrivesse un libro o un manifesto: vi si ritroverebbero le energie migliori di una vasta parte della società non solo italiana per niente intenzionata a lasciarsi schiacciare dall’orda populista. E lui, il sindaco, godrebbe infine di orizzonti più vasti – i quali danno forza fresca e rinnovato vigore, e aiutano a superare lo sconforto la nebbia padana e i tweet di Salvini.
Il fatto è che neppure Costa è immune da tale rincoglionimento generale, e sinceramente di personaggi che predicano bene e razzolano male ci siamo rotti i c…
Perfettamente ragione