Trovo sconcertante la dichiarazione del sindaco di Reggio Emilia a commento dell’attacco terroristico di Hamas contro il territorio di Israele. Luca Vecchi condanna genericamente l’aggressione, ma di fatto equipara uno stato democratico a un’organizzazione terroristica che pone sotto il controllo militare larga parte della popolazione civile palestinese, priva di libertà e di democrazia prima ancora che di uno Stato.
Hamas non è la Palestina, ma un’organizzazione terroristica finanziata da potenze regionali in conflitto tra loro. Probabilmente Vecchi non conosce a fondo la vicenda medio-orientale nel suo sviluppo dal 1948 ad oggi, e comunque dimentica i numerosi sabotaggi a ogni piano di pace faticosamente costruito nei decenni su base occidentale operati dallo jihadismo islamico, autentico nemico dei palestinesi. Sono le divisioni interne al mondo arabo che impediscono gli ormai sempre più rari tentativi di ristabilire le condizioni per un dialogo. Ma quali sarebbero le parti? La causa palestinese viene usata e abusata da interessi estranei ad essa: oggi è un simulacro, un simbolo del quale i vari despoti dell’area si servono per coprire le proprie politiche di interesse locale e regionale.
È inevitabile che Israele, circondato da medie potenze che ne vorrebbero la scomparsa dalla faccia della terra, difenda in ogni modo la propria esistenza. E di conseguenza agirà in tutte le forme possibili con le tragiche conseguenze che chiunque può immaginare.
Ciò che è inaccettabile da parte di un sindaco italiano, uomo delle istituzioni provvisoriamente investito da funzioni pubbliche, è l’utilizzo di parole ambigue nella forma, ma assai chiare nella sostanza per chi le sappia leggere. La recente “missione” di Vecchi e compagnia per un gemellaggio è avvenuta in Israele, non in “Palestina” come scrive il sindaco. E la rivendicazione del “diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese” va semmai rivolta ai terroristi islamici che mantengono il popolo in ostaggio, non a uno stato democratico obbligato a vivere in una perenne condizione di guerra imminente. Alla quale Israele replicherà con la forza militare che gli è data.
Sarà , rileggendole le dichiarazioni del Sindaco danno l’idea , per una volta, di essere prudenti, tutt’altro che sconcertanti… questo schierarsi a priori , tipico dell’era social, ha portato solo guerra e distruzione in ogni parte del mondo. Tutto ciò che accade non è mai bianco o nero, buoni contro cattivi, e la politica deve essere arte di mediazione anche al di là dello stato delle cose.
O vogliamo risolvere tutto con missili e carri armati?