Se il primo capitolo guardava alla politica, questo nuovo episodio sposta la sua lente deformante sull’economia, ma sempre per raccontare, da un diverso punto di vista, l’inarrestabile decadimento di una società tragicamente comica. Il grottesco prende nuove imprevedibili sfumature, grazie ad un testo folgorante, ma soprattutto grazie ad un gruppo di attori capaci di creare delle maschere contemporanee di agghiacciante iperrealismo. Come le streghe del titolo, le cui profezie, citando il "Macbeth" di Shakespeare, diventano il motore propulsore della vicenda. Della stessa pasta sono fatte anche le altre donne presenti in scena: scaltre, violente, senza scrupoli, esattamente speculari alla dabbenaggine dei personaggi maschili. Francesca Botti dà la giusta dose di ambizione e volgarità alla sanguinaria Lea Sartana, Marta Dalla Via disegna una segretaria iperefficiente e manipolatrice al punto giusto e una mafiosa comicamente dominante, infine Beatrice Niero mette la sua prestanza fisica a servizio di una prostituta dal cuore d’oro. Gli fanno eco i tre personaggi maschili: Denis Fasolo è l’amico Bordin, fesso e violento in egual misura, Andrea Collavino è Munerol, il magnate dei "jeans coi strappi" che offrirà a Sartana l’occasione per avviare la sua scalata al potere economico…. ma sarà davvero così? Natalino Balasso/Toni Sartana offre al suo protagonista inedite sfumature che, pur calcando la mano sul versante dell’assurdo, rivelano nel finale un’inaspettata umanità. Si ride molto, ma quello che resta in bocca è un riso amaro, che si spegne nel momento esatto in cui lo spettatore viene messo di fronte a se stesso.
Ultimi commenti
Questo editoriale del Direttore andrebbe scalpellato ed inciso su marmo e/o vergato a lettere dorate su lastra di dura pietra ed ivi apposto all'ingresso della ns sede
Una grandissima perdita. Era un grandissimo professionista, molto determinato e nel contempo con una umanita' non comune. Gli devo tanto. Condoglianze alla famiglia.
Non ho parole!