Coop Alleanza 3.0: un 2022 da sprofondo rosso

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Lo aveva annunciato il presidente Mario Cifiello, illustrando gli obiettivi del piano di Coop Alleanza 3.0: “La solidità patrimoniale e il grande lavoro per efficientare la cooperativa renderanno possibile una strategia non difensiva, ma una politica di attacco in una fase difficile. Se nei tre anni alle spalle la parola d’ordine era risanamento, cioè la riduzione dei costi e l’efficientamento, la parola d’ordine del piano è lo sviluppo, la crescita delle quote di mercato e il rafforzamento dell’identità cooperativa”.

La più grande coop italiana di consumatori con quasi 2,3 milioni di soci, Coop Alleanza 3.0, appunto, si prefigge come obiettivo di investire 760 milioni di euro nei prossimi 5 anni per fare crescere i ricavi dai 5,6 miliardi del 2022 a 6,3 miliardi nel 2027 e arrivare così al pareggio di bilancio nel 2024 per portare l’utile a 70 milioni.

Ma il 2022 – intanto – si è chiuso con una pesante perdita di 132 milioni, ben lontano dal pareggio nei conti. Un rosso su cui hanno inciso costi imprevisti e scelte di campo: dai 40 milioni per gli aumenti energetici ai 45 milioni a difesa dei soci contro il carovita, fino ai 40 milioni del contratto di espansione che porterà mille prepensionamenti e 550 assunzioni, con la possibilità per 800 part-time di passare a tempo pieno.

E secondo il quotidiano economico Milano Finanza, le perdite accumulate dal gruppo sono molte di più: “Dal 2018, senza soluzioni di continuità, il passivo cumulato supera di gran lunga i 750 milioni. Qualcosa non torna nella gestione del gruppo presieduto da Mario Cifiello. Vero che una cooperativa non ha come mission prioritaria lo scopo di lucro, ma da qui a perdere così tanti soldi ce ne corre”, scrive Fabio Pavesi.

A peggiorare i conti è la partecipazione in Unipol ed il suo valore di carico: Coop 3.0 possiede direttamente 159,5 milioni di azioni Unipol (il 22,25% del capitale e il 29,9% dei diritti di voto) del colosso assicurativo che sono a bilancio per 1,2 miliardi di euro. Ma Unipol è quotata e non si è più ripresa dai fasti del passato quando, nel 2009, il prezzo delle sue azioni sfiorava quota 12 euro. Oggi che Unipol capitalizza solo 3,54 miliardi la quota di Coop 3.0 ai valori di Borsa varrebbe non 1,2 miliardi, ma poco meno di 800 milioni. Con una svalutazione potenziale di oltre 400 milioni della sua più grande partecipazione. “Tutto virtuale ovviamente, dato che non avverrà mai un’uscita di Coop 3.0 e delle altre Coop che compongono il nucleo duro degli azionisti forti, da Unipol. Resta però un patrimonio netto di Coop 3.0 sopravvalutato nella sostanza”, scrive ancora MF per il quale anche l’altra grande partecipazione nella quotata Igd (di cui la coop bolognese detiene il 41% del capitale) è a bilancio a valori molto distanti dai valori di mercato: 328 milioni di euro, quando l’intera Igd capitalizza in borsa solo 273 milioni, con uno sbilancio pesante per la Coop. “Che non vede brillare altri investimenti, come per esempio Fico, il progetto del parco gastronomico bolognese, svalutato fortemente, e quell’1% in Eataly, la creatura di Oscar Farinetti che è stata anch’essa svalutata dopo che ha generato perdite per 25 milioni nel suo ultimo bilancio”, conclude Pavesi.