Sono state le ricerche fatte sul web, già diversi mesi prima del delitto commesso il 24 aprile 2021 – l’omicidio del padre e il tentato omicidio della madre – a costare al reggiano Marco Eletti la condanna a 24 anni di carcere. Fin da settembre 2020 il giovane aveva infatti iniziato a chiedere informazioni e a fare ricerche online su sostanze in grado di stordire o uccidere, oltre che ad acquistare prodotti con effetti sedativo-ipnotici.
E’ quanto si legge nella motivazione della sentenza di condanna per il 33enne di San Martino in Rio depositata dalla Corte di assise di Reggio Emilia, che ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione. Le ricerche fatte sul web “testimoniano l’insorgere del proposito criminoso che via via si è rafforzato” – si legge – e non hanno rilevanze le diverse modalità: il padre Paolo Eletti ucciso a martellate, la madre Sabrina Guidetti ridotta in gravi condizioni con una pasta avvelenato. Il piano dell’imputato, infatti, era quello di uccidere entrambi con i dolci, ma fallì perché il padre non mangiò e allora il figlio decise di utilizzare il martello.
Quanto alle altre aggravanti sono state escluse sia l’uso di sostanze venefiche nell’omicidio (perché il padre è risultato negativo) sia i futili motivi, perché il movente non è stato chiarito. Per l’accusa i motivi potevano essere molteplici e tra questi c’era la scoperta della doppia vita del padre, quella di non esserne il figlio naturale e altre questioni economiche, legate all’uso di una casa. Ma nessuna di queste ipotesi, sottolinea la Corte d’assise, ha trovato conferma. Sono state invece concesse le attenuanti generiche a Eletti anche a motivo della “fragilità emotiva causata dall’ambiente disfunzionale nel quale ha vissuto”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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