“Inaccettabile”. E’ netto il giudizio del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, sul mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti del gruppo “La Perla” di Bologna, di proprietà del Fondo olandese Tennor, con sede a Londra, controllato dal finanziere tedesco Lars Windhorst.
“Questa decisione presa dall’azienda- spiegano il presidente Bonaccini e l’assessore Colla- è una palese violazione degli impegni assunti dalla proprietà con le Istituzioni, Regione in primo luogo, e con i sindacati”.
Da qui, la condivisione incondizionata della Regione Emilia-Romagna alla richiesta avanzata dai sindacati di categoria al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di convocare urgentemente un tavolo sulla vicenda che coinvolge un marchio storico e di qualità della produzione nazionale nel settore lingerie, che occupa 350 persone.
“Non è pensabile lasciare queste lavoratrici e lavoratori senza certezze per il loro futuro- proseguono Bonaccini e Colla- così come è inaccettabile tollerare che la proprietà non abbia mantenuto nessuno degli impegni che si era assunti”.
“Già all’inizio di luglio avevamo scritto a Ministero per chiedere di convocare un incontro urgente con la proprietà, le Istituzioni e le Organizzazioni sindacali- chiudono il presidente della Regione e l’assessore allo Sviluppo economico- Perché è indispensabile trovare soluzioni che salvino il sito produttivo, il valore del marchio “La Perla” e i posti di lavoro. Non siamo ancora stati convocati dal Ministero, e siamo stupiti da questa mancanza di attenzione da parte del governo. Rinnoviamo con forza la richiesta di convocazione del tavolo ministeriale, perché non è possibile indugiare oltre”.
Anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha voluto fare sentire la sua voce sulla vicenda: “Lasciare le dipendenti della Perla senza stipendio è l’ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, dell’inaffidabilità della proprietà della storica azienda bolognese, il fondo olandese con sede a Londra Tennor. Mancano ad oggi un piano industriale e una strategia imprenditoriale. Manca soprattutto la consapevolezza del danno irreversibile che una gestione aziendale dissennata rischia di produrre a un marchio che finora ha mostrato di mantenere la credibilità costruita nel tempo.
La Città metropolitana, insieme alla Regione Emilia-Romagna, ha scritto poche settimane fa al titolare del Ministero delle imprese e del Made in Italia, Adolfo Urso, sollecitando l’attivazione di un tavolo presso il Mimit, a fronte dell’indisponibilità mostrata dalla Tennor nei tavoli locali convocati nei mesi scorsi. Sono in ballo 350 posti di lavoro e un’esperienza imprenditoriale di prestigio. Nessuno pensi di potere giocare con le vite di queste lavoratrici e con la serietà del sistema di relazioni istituzionali e industriali del nostro territorio”.
Mentre dicono sui social i lavoratori che hanno anche manifestato davanti alla sede della Regione: “Il finanziere tedesco Lars Windhorst, con il Fondo Tennor, mancando di rispetto agli impegni istituzionali assunti presso la Regione Emilia – Romagna, lascia le dipendenti e i dipendenti bolognesi di La Perla senza stipendio.
👉 Consideriamo l’atto di una gravità inaudita, confermando, se ce ne fosse ancora bisogno, di quale tipo di impegno imprenditoriale è vittima il Gruppo La Perla, una delle poche aziende della lingerie di lusso del nostro Made in Italy.
Riteniamo, soprattutto visto l’ ennesimo atto di disprezzo delle maestranze del Gruppo La Perla, urgente la convocazione presso il tavolo del Ministero. Ricordiamo che, nonostante la richiesta di incontro fatta al Ministero anche dalle istituzioni (Regione e Città Metropolitana), ad oggi le parti sociali non hanno ricevuto ancora nessuna convocazione.
Continueremo a lottare e a lavorare al fianco di queste lavoratrici e di questi lavoratori”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]