Le Donne democratiche annunciano che aderiranno al sit in indetto “dalle compagne di Non Una Di Meno” che si tiene venerdì 21 luglio, ore 20.30, in piazza Prampolini a Reggio Emilia.
Manifestazione presentata con questa locandina (dai toni accessi, con parole molto forti), per protestare contro l’ingaggio da parte della Reggiana del calciatore Manolo Portanova, condannato a 6 anni in primo grado per violenza sessuale di gruppo, per un episodio avvenuto in un appartamento a Siena nella notte tra il 30 e 31 maggio 2021, con il calciatore che si è sempre professato innocente, ha fatto ricorso, con il processo d’appello è previsto per novembre.
Scrivono le Donne democratiche: “Viviamo in un contesto storico e culturale che ancora non ha fatto i conti con il suo grado di patriarcato e maschilismo e lo riversa tutto sulla pelle delle donne. Ne sono l’esempio le innumerevoli donne uccise nei contesti famigliari, le recenti sentenze che calcolano il tempo di un abuso sessuale per renderlo più o meno accettabile, dimenticandosi completamente del consenso di chi sta subendo la violenza, o ancora, la colpevolizzazione delle donne che subiscono violenza perché erano vestite in “modo provocante” o sotto sostanze stupefacenti.
Il mondo dello sport, soprattutto del calcio che ha molto seguito nel nostro paese e dove i suoi giocatori diventano un modello per molte persone di tutte le età, non può far finta che tutto questo non esista o che sia di poca importanza.
Lo sport fa parte degli stili di vita sani, è un contenitore che permette a tantissimi e tantissime giovani di uscire dal loro contesto famigliare e confrontarsi con i propri pari, di poter esprimere sé stessi, è una valvola di sfogo e una scuola di vita.
Il giocatore Portanova ha ricevuto una condanna di 6 anni in primo grado per stupro di gruppo, nella sentenza, come scrive la giudice Ilaria Cornetti, ha abusato di una donna il cui “dissenso è stato sin da subito, e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo, evidente e manifesto” questo è un fatto.
Ben consapevoli che esistono altri 2 gradi di giudizio per arrivare a una condanna definitiva, riteniamo che la scelta della Società Reggiana Calcio si stata avventata. Si poteva attendere i tre gradi di giudizio e poi valutare un possibile ingaggio. Se questo non è accaduto ci spinge a pensare che la scelta sia stata solo ed esclusivamente opportunistica. Questo rende ancora più grave la situazione.
Denunciare una violenza e più nello specifico uno stupro, è una delle cose più difficili da affrontare nella vita di una persona. I movimenti delle donne lavorando da anni per sostenere le donne vittime di violenza e aiutarle nel percorso di denuncia. Davanti a questa ennesima situazione di delegittimazione di un reato gravissimo come lo stupro, per di più di gruppo, non possiamo stare in silenzio ed essere indifferenti.
Bene hanno fatto le assessore Curioni per lo sport e Rabitti per le Pari Opportunità a uscire pubblicamente e ricordare che “a Reggio Emilia la cultura, la sensibilità e la consapevolezza della nonviolenza, del contrasto alla violenza maschile sulle donne, della parità tra i generi e dei diritti umani e civili sono fortemente radicate e condivise da questa Amministrazione comunale e dai cittadini.”
La Conferenza delle donne democratiche aderirà al Sit in indetto dalle compagne di Non Una Di Meno che si terrà venerdì 21 luglio, ore 20.30 in piazza Prampolini”.
Così la deputata reggiana, Ilenia Malavasi, membro della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e dell’Integruppo parlamentare per le Pari Opportunità, in una nota sui social.
“Avevo già avuto modo di scrivere che è vero che una condanna in primo grado non è una sentenza definitiva. È anche vero, però, che i dettagli emersi nel corso del dibattimento, a rito abbreviato, sono molto gravi. Nelle motivazioni che hanno fatto seguito alla sentenza di colpevolezza, tra le altre cose si legge, infatti, che “elementi concordi depongono per la rilevante gravità del fatto ed ostano al riconoscimento delle attenuanti generiche non potendo esse giustificarsi esclusivamente sulla base di età, incensuratezza e manifestata comprensione della sofferenza della persona offesa. Il fatto coinvolse quattro persone tra cui un minore, durò tra i 40 e i 60 minuti, i rapporti sono stati ripetuti, la ragazza è stata colpita, ha riportato lesioni organiche e psichiche e per fermarli chiese perfino dell’acqua come se avesse un malessere, poi domandò di un’amica ma non le davano retta”. Ora, di fronte a una vicenda di questo genere, al di là di interessi tecnici o economici, non è possibile chiudere gli occhi e far finta di nulla. Non si tratta di essere forzatamente giustizialisti, ma in un Paese che anche oggi fa i conti con l’ennesimo femminicidio – il 22esimo dall’inizio dell’anno – il tema della violenza sulle donne non può conoscere ambiguità di pensiero o giustificazioni di sorta. Per questo ringrazio le promotrici del sit-in, perché con il loro impegno tengono accesi i riflettori su un dramma che deve interrogarci tutti e non esistono mondi – come quello sportivo – che possano tirarsene fuori”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]