Per quotidiani e siti sportivi, a partire dalla Gazzetta, oggi è il giorno dell’arrivo di Manolo Portanova alla Reggiana. Dopo una lunga riflessione, la società granata avrebbe infatto deciso di puntare sul giocatore del Genoa, la cui carriera si è interrotta a dicembre, quando è stato condannato in primo grado con rito abbreviato a 6 anni per violenza sessuale di gruppo (i legali del giocatore hanno già presentato il ricorso in appello). La formula scelta per il trasferimento è il prestito secco: oggi Portanova dovrebbe sostenere le visite mediche e poi raggiungere la squadra nel ritiro di Toano. Ma, prima ancora della presentazione ufficiale, è già esplosa la polemica per un acquisto che nei giorni scorsi – quando aveva iniziato a circolare di un interessamente della Reggiana per il 23enne centrocampista – aveva diviso la tifoseria granata.
E c’è perfino chi, con tanto di lettera aperta sui social alla Reggiana, ha già chiesto “ufficialmente la restituzione del mio abbonamento per la stagione 2023/24”.
E’ il caso della cavriaghese Liusca Boni, un lungo passato di impegno politico (è stata anche candidata a sindaco nel suo comune), grande tifosa granata da oltre trent’anni, ma soprattutto docente di scuola superiore (insegna inglese allo Zanelli, dopo averlo fatto per una decina d’anni al Nobili). “Ieri sera la doccia gelata della conferma dell’arrivo di un uomo condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per uno dei crimini più odiosi di sempre, lo stupro di gruppo – scrive tra l’altro nel lungo post – Sono una docente, impegnata quotidianamente nell’insegnamento dell’educazione civica. E so benissimo che ogni individuo è innocente fino a sentenza definitiva. Ma so anche, e basta leggere i commenti beceri di molti nostri tifosi, che la donna che lo ha accusato è già stata messa sul banco degli imputati. Più dello stesso Portanova. Viviamo in un paese che non è a misura di donne, con una magistratura che ancora emette sentenze che riconoscono attenuanti ad assassini perché “innamorati” di donne “disinibite”. È sentenza di questi giorni”
Manolo Portanova (nato a Napoli, 23 anni lo scorso giugno, cresciuto nelle giovanili di Lazio e Juve, 3 presenze anche in Nazionale Under 21) ha giocato l’ultima volta il 4 dicembre scorso, prima di finire di fatto fuori squadra dopo la condanna a 6 anni per violenza sessuale di gruppo al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato. Un episodio denunciato da una studentessa di 22 anni. La difesa di Portanova ha già fatto ricorso in appello (chiamando a testimoniare anche Ethan Torchio, batterista dei Maneskin) e si attende il processo di secondo grado. L’episodio – che si sarebbe verificato la notte tra il 30 e il 31 maggio 2021 in un appartamento nei pressi di piazza del Campo, a Siena – vede coinvolti altri tre soggetti, tra cui lo zio del calciatore.
La ragazza – si legge nella sentenza di condanna di primo grado (quindi non ancora definitiva) fu “trattata come un oggetto” e sottoposta a un vero e proprio incubo “durato tra i 40 e i 60 minuti… fatto di rapporti sessuali ripetuti e non consenzienti, schiaffi e violenze”. Portanova si è sempre proclamato innocente e la ragazza pochi mesi fa, con una lettera aperta al quotidiano La Nazione, ha voluto repolicare al clima di sospetto che qualcuno ha alimentato intorno a lei per “metterla in cattiva luce” e farla passare per “una poca di buono”, “per rispondere ad una conferenza stampa da poco tenuta, per rispondere a chi potrebbe credere più alle parole di qualcuno rispetto all’esito di un primo grado di giudizio”.
Vergognoso che un essere condannato in primo grado per violenza femminile venga portato in trionfo a Reggio Emilia!
Oh, e Palermo con Zamparini ? Andate andate a veder uomini che si scannano nell’ arena.
Il Genoa se lha scaricato… Bene