La Corte di appello di Bologna ha già scarcerato il pittore Pasquale Frongia, 65 anni (conosciuto come Lino) e che era stato arrestato lunedì dai carabinieri di Montecchio, comune nel quale l’artista risiede.
I militari avevano dato esecuzione a un mandato di arresto europeo emesso dal tribunale giudiziario di Parigi. Il 65enne, difeso all’avvocato Tatiana Minciarelli, è accusato dai magistrati della capitale francese dei reati di truffa e riciclaggio. Per gli inquirenti, infatti, avrebbe realizzato dei dipinti su commissione del critico d’arte Giuliano Ruffini (quest’ultimo nel dicembre dello scorso anno era stato estradato in Francia, poi tornato da uomo libero in Italia), il quale li avrebbe poi rivenduti attribuendoli a grandi artisti del passato.
Lo stesso Pasquale Frongia aveva già subito un arresto nel 2019 a seguito di un mandato di cattura europeo, ma poi i giudici di Bologna lo avevano liberato non ravvisando l’esigenza della custodia cautelare. A sua difesa, già la sera stessa dell’arresto, si era lanciato anche il critico d’arte ferrarese Vittorio Sgarbi, che aveva per altro utilizzato l’artista reggiano per il restauro della Cattedrale di Noto. Intervenendo a “Quarta Repubblica”, il programma di Rete 4 condotto da Nicola Porro l’altra sera dedicato anche all’affaire armi alla Colombia che coinvolge Massimo D’Alema, Sgarbi ha detto: “Proprio oggi hanno arrestato un grande pittore accusandolo di avere dipinto falsi che non ha mai fatto in una inchiesta fatta da una matta magistrata francese: eppure i carabinieri, senza consultare un esperto, magari me, sono andati ad arrestarlo, purtroppo siamo pieni di inchieste senza fondamento come per il generale e come probabilmente per D’Alema”.
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buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!