“L’allagamento del centro di Pavullo delle settimane scorse dimostra che di tempo da perdere non ne è rimasto più, pertanto: a che punto sono i lavori previsti che la Regione ha sviluppato in accordo con i gestori del servizio idrico, Atersir e le Autorità idrauliche competenti, e calendarizzati per quest’anno?”. Lo chiede il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi, in un’interrogazione nella quale rimarca come già 3 anni fa avesse segnalato che il torrente Cogorno, corpo idrico recettore degli scarichi del depuratore dell’abitato di Pavullo, fosse interessato dal verificarsi di anomali sversamenti di reflui confluenti poi al torrente Rossenna nel territorio comunale di Polinago, sempre nel Modenese.
Anomalia di cui è a conoscenza la medesima Arpae che aveva notato come il depuratore dei reflui urbani dell’abitato di Pavullo, a seguito di malfunzionamenti, guasti oppure a tergo di particolari eventi di pioggia, scaricasse reflui misti non adeguatamente trattati.
“Ebbene, a seguito dell’ennesimo e pesante sversamento segnalato da svariati cittadini dell’abitato di Gombola di Polinago nel maggio 2020 – spiega Bargi – abbiamo chiesto alla Giunta regionale – alla luce delle discordanti asserzioni in merito alla adeguatezza o meno dell’impianto di depurazione a servizio dell’abitato di Pavullo riportate prima da Atersir e successivamente da Hera a mezzo stampa – di chiarire se allo stato attuale il complesso impiantistico del depuratore di Pavullo si presentasse adeguatamente dimensionato e quali azioni la Regione Emilia-Romagna, anche tramite il proprio servizio di Arpae-Sac, intendesse mettere in atto affinché non si debba aspettare oltre ma si intervenga nell’immediato per tutelare la qualità dell’ambiente locale, la salubrità del corso d’acqua e degli abitati lungo i torrenti Cogorno e Rossenna minacciati dal periodico ripetersi di scarichi non controllati dal depuratore di Pavullo nel Frignano”.
A tali domande, l’assessore regionale competente, nel 2020, rispose che “l’ipotesi di ampliamento del depuratore è stata abbandonata nel 2016 e si è preferito puntare su interventi di separazione delle reti (realizzazione di reti nere e reti bianche dedicate) che consentiranno anche di risolvere le interferenze esistenti tra reticolo fognario e reticolo scolante naturale con evidente beneficio anche per quest’ultimo”. L’assessore aggiunse anche che “per la realizzazione di tali separazioni si prevede un investimento di oltre 1 milione di euro con i lavori che sarebbero stati realizzati a partire dal 2023.”
In seguito alle violente piogge delle scorse settimane, il sindaco di Pavullo ha sottolineato come “non sia più rinviabile la gestione degli scarichi urbani nei momenti di piena del torrente Cogorno e che da oltre un anno è stato richiesto un sistema di laminazione per evitare eventi di tal genere”.
Per Bargi, dunque, si è quindi “riproposta ancora una volta la necessità di avere un sistema a monte dell’abitato di Pavullo che impedisca all’acqua di riversarsi tutta sul collettore principale ma che al contrario possa dotarsi di una cassa di espansione nella parte alta per evitare il sovraccarico e l’esondazione a valle del paese”.
Da qui l’atto ispettivo, nel quale il leghista chiede alla Giunta “se e quando sia stato approvato il Programma d’Interventi che la Regione sta sviluppando in accordo con i gestori del servizio idrico, Atersir e le Autorità idrauliche competenti”, “se siano iniziati i lavori relativi agli interventi in questione, programmati per il 2023, vista la situazione di difficoltà riscontrata nei giorni scorsi a Pavullo”, e “se sia previsto di dotare Pavullo di un sistema di laminazione, così come richiesto dall’attuale amministrazione comunale”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]