di Andrea Rossi _ Davanti a una tragedia come quella di via Turri che ha visto delle vite spezzate in un tragico incidente, il silenzio è l’unica forma di rispetto verso le vittime, le famiglie e chi sta operando per accertare cause e responsabilità.
Quella della zona stazione è una storia di disagio presente in tante città da nord a sud, e che coinvolge zone di territorio e comunità. Credo che la responsabilità, oggi, sia di quella di dare una risposta di comunità, nelle sue varie forme istituzionali, politiche e sociali, consapevoli delle sfide che le nostre città ci impongono.
Su via Turri, da sempre il Comune sta lavorando per cercare soluzioni: è una zona che per scelte urbanistiche del passato e per caratteristiche abitative (poco spazio per i negozi, molte abitazioni), è diventato un punto debole all’interno di una città che ha sempre cercato di redistribuire diritti, lavoro e benessere sociale. Oggi è oggetto di analisi sociali, di operazioni di recupero anche soddisfacenti, di una frequente presenza delle forze dell’ordine, ma l’impegno che vi è stato finora non basta.
Invece c’è una politica che vuole speculare sulle tragedie, da considerarsi un piatto ghiotto verso le elezioni amministrative, mentre a Roma si approva un decreto “Insicurezza” che produrrà una presenza sui nostri territori di persone invisibili, private dei loro diritti, oppure a Roma dove le situazioni di disagio sono presenti in moltissimi casi in periferia, oppure dove l’unico impianto di TMB brucia. Le periferie sono luoghi di tensione nelle città che siano esse governante dalla Destra, dal M5S o dal PD: per affrontare il problema, occorre agire con onestà, anche intellettuale, e senza semplificazioni.
(deputato del Partito democratico)
Il rispetto è doveroso, il silenzio no.