Lo scorso 8 maggio, il Consiglio comunale ha approvato il nuovo Piano urbanistico generale (Pug) di Reggio Emilia.
L’approvazione definitiva rende il Piano a tutti gli effetti operativo e sostituisce i precedenti strumenti di pianificazione, ovvero il Piano strutturale comunale (Psc) e il Regolamento urbanistico ed edilizio (Rue) del 2011.
“Il lavoro che ha contraddistinto il Pug si è composto di mesi di ascolto della città, di raccolta dati, ed è sfociato in una sintesi alta di ciò che immaginiamo sarà la Reggio Emilia dei prossimi anni – afferma il sindaco Luca Vecchi – Questo piano dà alcune linee guida molto precise: da un lato c’è una fortissima impronta legata alla sostenibilità e all’ecologia. In tal senso sono già numerosi anni che operiamo, con tante, differenti azioni che hanno visto Reggio scalare le classifiche di Legambiente. Al tempo stesso c’è un tema di attrattività di imprese innovative e di talenti, per sostenere il lavoro. Non meno rilevante è l’aspetto della vivibilità della città, ovvero la possibilità che i cittadini hanno di trovare i servizi fondamentali in modo rapido e nel proprio quartiere. Infine ci tengo a sottolineare il fatto che davanti all’emergenza casa che contraddistingue ormai tutte le città contemporanee abbiamo immaginato un significativo intervento pubblico per porre rimedio a questo problema”.
“Si tratta di un atto che detta le regole della rigenerazione urbana e dà un contributo alla visione della città, orientando le scelte a: neutralità climatica come sfida e responsabilità; rigenerazione urbana e stop al consumo di suolo per valorizzare l’esistente, attrarre e mantenere le funzioni in centro – aggiunge il vicesindaco e assessore alla Rigenerazione urbana Alex Pratissoli – Tra le ambizioni del piano vi è anche quella di diventare la prima città in Italia per impianti solari”.
IL PERCORSO DI APPROVAZIONE – L’elaborazione del Pug è stata avviata alla fine del 2019 ed ha coinvolto enti, associazioni, sindacati, ordini professionali, imprese e cittadini attraverso tavoli di lavoro, momenti pubblici di confronto e incontri diretti.
Dopo l’assunzione del Pug e la presentazione al Consiglio comunale dell’ottobre 2021, è stata aperta una fase di consultazione pubblica, conclusasi a fine gennaio 2022, con la raccolta di osservazioni e contributi, puntualmente controdedotti dall’Amministrazione comunale.
Successivamente, nel maggio dello scorso anno, il Consiglio comunale ha adottato il Piano che è stato in seguito valutato dalla Conferenza degli Enti territoriali, riuniti nel Comitato urbanistico di Area vasta, che ne hanno confermato la strategia e le scelte di pianificazione.
Un percorso complesso e articolato, dunque, conclusosi con l’approvazione avvenuta lo scorso lunedì, che ha tenuto insieme, da un lato, la necessità di un confronto approfondito vista l’importanza dell’atto, dall’altro il rispetto dei tempi di elaborazione del Piano stabiliti dalla Legge Urbanistica regionale al fine di garantire un quadro normativo certo per i cittadini e gli operatori di settore.
LE 3 SFIDE DEL PIANO – Il Piano individua tre sfide come prioritarie per il futuro della città; intorno a queste si costruiscono le scelte strategiche.
Innanzitutto la neutralità carbonica, ovvero contribuire a ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. L’urgenza di questa sfida è rappresentata dalla necessità di far rientrare i territori nei limiti della sostenibilità: non solo una responsabilità sociale a cui non si deve rinunciare, ma anche opportunità decisiva per la competitività del territorio.
La seconda sfida è potenziare e qualificare i beni comuni che concorrono ad innalzare il livello di qualità della vita e della coesione sociale: la salute pubblica, la casa, gli spazi comuni, le reti, l’istruzione, la legalità, ma anche i tanti servizi territoriali da quelli culturali, ai trasporti, allo sport fino alla gestione dei rifiuti.
Infine, la terza sfida, è aumentare l’attrattività per una città che vuole essere accogliente ed aperta, in grado di attrarre talenti e investimenti che siano ad alto valore aggiunto, di qualità per l’occupazione e la sostenibilità.
STRATEGIA DI RIGENERAZIONE URBANA DEL PIANO – La traduzione delle tre sfide del Piano, nella strategia di Rigenerazione urbana della città, si compone di una serie di obiettivi ed azioni relative a ciascuna delle principali direttrici dello sviluppo futuro della città.
Per quanto attiene la neutralità carbonica, un ruolo fondamentale lo riveste la rigenerazione urbana intesa come unica possibilità per far crescere e rinnovare la città, scindendo definitivamente il binomio sviluppo e consumo che ha caratterizzato il periodo del boom edilizio e demografico. La riduzione del consumo di suolo diviene, pertanto, una scelta necessaria che ha portato a cancellare tutte le previsioni di espansione fuori dal territorio urbanizzato ereditate negli ultimi 30 anni pari a 3.800 alloggi e 5 milioni e mezzo di metri quadrati di aree urbanizzabili.
Ulteriori azioni sono previste per la mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici attraverso il potenziamento della forestazione urbana, con la piantumazione di oltre 100 mila alberi entro il 2030, e la creazione di corridoi ecologici continui in territorio urbanizzato, grazie alla nascita di nuovi parchi, la valorizzazione delle vie d’acqua e la riduzione dell’impermeabilizzazione del suolo.
Per quanto attiene, invece, la riqualificazione energetica e le fonti rinnovabili viene favorito il recupero degli immobili attraverso la semplificazione amministrativa e l’introduzione di incentivi economici ed edilizi che riducono del 50% il contributo di costruzione previsto nel caso di recupero di immobili esistenti. Il Piano si pone, in tal modo, l’obiettivo di mantenere l’attuale tasso di riqualificazione degli immobili pari al 2% annuo, corrispondente anche all’obiettivo dell’Agenda 2030, seppur in assenza del superbonus.
Sempre in funzione della sfida sulla neutralità carbonica, la mobilità sostenibile viene incentivata integrando la pianificazione urbanistica con quella della mobilità, prevedendo il completando dell’infrastrutturazione principale della città e la realizzazione di 30 chilometri di superciclabili di connessione fra le frazioni, i quartieri e il centro cittadino.
Infine, viene promossa l’agricoltura sostenibile e la multifunzionalità delle aziende agricole, incentivando sistemi di produzione alimentare più equi e rispettosi dell’ambiente, con l’obiettivo di raddoppiare la superficie agricola biologica ed integrata e di ridurre l’utilizzo di prodotti fitosanitari e fertilizzanti.
La seconda sfida, relativa alla qualificazione e potenziamento dei beni comuni, viene affrontata attraverso uno specifico strumento, il Piano di Comunità, che programma la riqualificazione e nuova progettazione di luoghi e servizi in grado di promuovere la salute pubblica, la coesione sociale e migliorare la qualità della vita nei quartieri. La priorità è rappresentata dalle nuove Case delle comunità, da spazi sportivi adeguati e diffusi sul territorio, dalla riqualificazione dei luoghi di aggregazione per renderli più sicuri, accessibili e inclusivi, nonché dalla cura delle dotazioni territoriali esistenti.
In questa sfida, il Diritto alla casa, è un elemento essenziale per garantire un futuro solidale e inclusivo. Attraverso importanti investimenti pubblici e l’obbligo di realizzazione di una quota di edilizia sociale negli interventi privati, il Piano programma l’incremento significativo di alloggi convenzionati, soprattutto in locazione, con attenzione alle nuove fragilità sociali. Gli obiettivi, entro il 2030, sono la riqualificazione e realizzazione in partenariato di 400 alloggi Erp e 500 alloggi Ers di cui almeno 100 da destinare a studentati.
Infine il Piano, seguendo il modello della Città dei 15 minuti, pianifica la diffusione di servizi e attività nei quartieri, raggiungibili a piedi o in bicicletta, grazie a nuove infrastrutture per una mobilità sostenibile e sicura.
La terza sfida, sulla attrattività, viene affrontata dal Piano a partire dalla riqualificazione dei grandi poli produttivi attraverso investimenti sullo spazio pubblico, la sicurezza e accessibilità, semplificando le norme per gli interventi privati di ampliamento o nuovo insediamento come già avvenuto per il Parco Industriale di Mancasale.
Per favorire il commercio di vicinato, vengono drasticamente ridotte le grandi superfici di vendita con la cancellazione di 145 mila metri quadrati ereditati dai precedenti Piani, ed esclusa la possibilità di realizzare nuovi centri commerciali, concentrando le politiche urbanistiche sulla promozione della Città dei 15 minuti.
Il Piano individua, inoltre, nei cosiddetti poli di Area vasta, i grandi motori dello sviluppo per il futuro della città, concentrando qui le principali politiche di sviluppo: l’Area Nord, la Stazione Av Mediopadana, la Rcf Arena, il Centro internazionale Loris Malaguzzi, le Reggiane Parco Innovazione, i poli universitari, l’Ospedale e la Reggia di Rivalta.
Infine, per la rigenerazione del centro storico, il Piano prevede di investire sulla ospitalità, l’accoglienza e i servizi, nonché l’offerta commerciale, culturale, turistica, residenziale e del terziario avanzato. Le azioni previste comprendono il potenziamento delle attività già presenti e l’insediamento di nuove funzioni di interesse pubblico negli ambiti da riqualificare (l’ex Opg e l’ex Omni, i poliambulatori di viale Monte San Michele, le ex carceri di San Tommaso, ecc.), nonché incentivi e semplificazioni per il recupero degli edifici.
LE NOVITÀ INTRODOTTE IN SEDE DI APPROVAZIONE
Il lavoro del Comitato Urbanistico ha confermato le linee di indirizzo del Piano a partire dalla riduzione del consumo di suolo che, come detto, prevede la cancellazione di 3.800 alloggi pari ad oltre 5,5 milioni di metri quadrati di aree urbanizzabili, che torneranno agricole. Il Comune ha, inoltre, proposto una ulteriore cancellazione di circa 10mila metri quadrati di aree edificabili corrispondenti a circa 100 alloggi derivanti da vecchie previsioni di delocalizzazioni, che torneranno pertanto a verde pubblico o agricolo.
Soprattutto, si conferma il grande investimento sulla rigenerazione urbana sia attraverso la riqualificazione diffusa del patrimonio edilizio esistente, che rappresenta oltre il 98% degli interventi edilizi, sia mediante progetti complessi di rigenerazione in grado di contribuire al miglioramento della qualità urbana dei quartieri: il Parco Innovazione nell’Area Reggiane; il quartiere Stazione con la nuova sede dalla Polizia locale e i progetti Pinqua e Piers; i tanti investimenti pubblici e privati che stanno cambiando il volto dei quartieri industriali storici.
Inoltre, il gruppo di lavoro si è concentrato sulla Via Emilia, vincolando i varchi paesaggistici esistenti, al fine di preservare il suolo non edificato, favorendo al contempo la demolizione e ricostruzione di edifici prospicienti la viabilità principale, con la possibilità di un arretramento nel rispetto della distanza di sicurezza stradale.
Infine, la disciplina in territorio agricolo, viene confermata nella sua essenza, ponendo al centro di tutte le scelte del Piano l’Imprenditore agricolo professionale come produttore di eccellenze e custode del paesaggio. L’obiettivo è fare della sostenibilità un fattore competitivo anche per l’agricoltura, aumentando la quota di superficie agricola biologica e riducendo, al contempo, i prodotti chimici fitosanitari e fertilizzanti.
Per facilitare la lettura del Piano anche ai non addetti ai lavori, è stato prodotto un documento, consultabile on line sul sito del Comune, che facilita l’individuazione dei possibili interventi edilizi previsti in base alla localizzazione e funzione degli edifici, nonché l’iter di autorizzazione degli stessi.
FORTE SPINTA ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA – Il Piano, fin dalla sua fase iniziale di formazione, ha investito sulla transizione energetica introducendo una serie di semplificazioni, tollerazione, incentivi volumetrici ed economici, come la riduzione del 50% del contributo di costruzione, al fine di promuovere gli interventi di riqualificazione con l’obiettivo di ridurre i fabbisogni energetici ed i costi di gestione a carico di famiglie e imprese.
Alla priorità della riduzione degli sprechi attraverso la riqualificazione energetica degli edifici, si affianca quella della produzione dell’energia di cui abbiamo bisogno da fonti rinnovabili. Attualmente il Comune di Reggio Emilia conta 30 MW di impianti solari che ne fanno l’ottava città in Italia per potenza installata ogni mille abitanti. Il nuovo Piano urbanistico generale, prevede la realizzazione, entro il 2030, di ulteriori 200 MW di cui la metà nelle aree industriali, trasformandole da grandi consumatori di energia a vere e proprie centrali di produzione di energia da fonti rinnovabili. Per raggiungere questo prestigioso obiettivo è stato introdotto un aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto a quanto previsto dalla Regione, nonché la copertura dei parcheggi privati nelle aree produttive con pensiline fotovoltaiche. Questo significa, ad esempio, che per un nuovo capannone di 2.500 metri quadrati, a fronte di un obbligo dell’installazione di 50 kW di fotovoltaico, il Piano porta questo valore ad oltre il doppio, pari a 110 kW.
Sono stati inoltre rimossi tutti gli eventuali vincoli comunali per la realizzazione di impianti fotovoltaici in copertura degli edifici al fine di favore la diffusione delle Comunità energetiche Rinnovabili. Mentre rimangono gli obblighi ed incentivi edilizi per la rimozione di oltre un milione di metri quadrati di coperture in amianto ancora presenti in città, che valgono quasi 100 MW se abbinate alla installazione di impianti fotovoltaici.
Tante di quelle aree edificabili che l’amministrazione ha cancellato erano state rese tali da amministrazione precedente , spesso senza che i proprietari avessero fatto alcuna richiesta, dotandole di strumenti urbanistici estremamente difficoltosi e costosi da applicare , ma con delle certezze e cioè di pagarvi sopra un’imu salatissima da allora ad oggi.
Pertanto si può concludere affermando che l’azione meritoria relativa alla limitazione del consumo di suolo da parte del Comune è stata fatta sulle stesse aree di cui lo stesso organismo amministrativo aveva promosso il consumo… a pagamento…..il capolavoro è stato quello di farsi pagare il niente, cosa che nel settore pubblico è legale.