Riforme, la Schlein: nuova legge elettorale e no al presidenzialismo

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Il primo giro di consultazioni sulle riforme della premier Giorgia Meloni con i partiti di opposizione si chiude con la certezza che tutti sono contrari al presidenzialismo.

Meloni ha messo sul tavolo i tre modelli possibili di riforme costituzionali (presidenzialismo, semi presidenzialismo o premierato), si è detta disponibile a considerare le proposte in campo e anche lo strumento per arrivarci con un unico paletto, “no a intenti dilatori”.

“Sì al confronto – dice la segretaria del Pd, Elly Schlein, uscendo dall’ultimo incontro della giornata, riservato ai dem e durato più del previsto – ma se è un confronto vero, non predeterminato. Noi abbiamo chiarito la nostra contrarietà all’elezione diretta del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio. Se l’obiettivo – spiega Schlein – è rafforzare la stabilità e la rappresentanza non ci sottraiamo al confronto. Ciò che invece non vogliamo e l’indebolimento dei pesi e contrappesi previsti dalla Costituzione. E non che si tocchi o si indebolisca la presidenza della Repubblica, nel suo ruolo di garante della Costituzione, super partes. Diciamo no anche al premierato, una forma che indebolirebbe il Parlamento. Abbiamo portato alcune nostre proposte che vanno nella direzione di migliorare stabilità e rappresentanza. Per prima cosa si deve riformare la legge elettorale, basta con i listini bloccati. La seconda questione, guardando al modello tedesco, e l’istituto della sfiducia costruttiva che eviterebbe crisi al buio. La terza è la necessità di limitare la decretazione d’urgenza. C’è poi il tema del rafforzamento degli istituti referendari e delle leggi di iniziativa popolare”.