In scadenza a maggio i vertici della Fondazione Manodori. Il presidente Romano Sassatelli, medico, non sarà riconfermato. Al suo posto sarà designato Leonello Guidetti, attuale consigliere delegato e membro del Cda, uomo di lunga esperienza nel mondo bancario.
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Da rinnovare in Manodori anche il cda (quattro posti) e il consiglio generale (tredici posti, poco più di una presenza rappresentativa). Dalle nomine si potrà intuire qualcosa sui nuovi assetti del potere locale in vista delle amministrative del 2024.
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Il Pd respira dopo gli attacchi smodati di parte dell’opposizione che ha armato il braccio dell’Ordine degli avvocati. Superattivo è Giuseppe Pagliani, che sta preparando il ritorno in campo con un libro dedicato all’ingiustizia detenzione subita nell’inchiesta Aemilia.
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Il punto è che la destra locale si sta incartando tra ambizioni e concorrenze interne, e non è certo sulla vicenda personale di Pagliani che potrà costruire un progetto alternativo al governo delle sinistre. L’unico candidato sindaco per il 2024 realisticamente in campo è Alessandro Aragona, coordinatore di FdI. Ma non tutti sono d’accordo sul suo nome.
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Aragona, peraltro, punta al consiglio regionale nel 2025. Nell’attesa, vedremo se sarà capace di portare a Reggio Emilia la presidente Giorgia Meloni.
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Accanto ai meloniani, alla Lega e a Forza Italia correrà certamente una lista civica in appoggio al candidato sindaco di centrodestra.
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Nel Pd, si diceva, ci si gode la calma di aprile prima della tempesta che non mancherà di scatenarsi fin da maggio. Liberazione, Bella ciao, fazzoletti partigiani, poi il Primo Maggio festa del lavoro. Nel mezzo, nientemeno che la visita del presidente Mattarella. Ma il presidente ha accolto l’invito di Confindustria nell’ambito di un vasto tour nell’Italia del Nord più produttivo. La visita non ha alcun significato politico, ogni tentativo di strumentalizzazione sarebbe fuori luogo.
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Luca Vecchi non ha ancora deciso cosa fare da grande perché, semplicemente, non lo sa. Nei dialoghi informali il sindaco si dice consapevole di non volere influenzare le scelte future, però chiede al partito una valutazione sul decennio della sua amministrazione e chiede che si parta da lì.
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Ossia: continuità con il decennio passato, o apertura di una fase nuova? C’è un’area nel Pd, per così neoschleinista, che vorrebbe aprire a sinistra per costruire un’esperienza di rottura alleandosi con il Movimento 5 Stelle.
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Ma qui i 5Stelle non sembrano coesi, se non quando si tratta di accusare il Pd di malgoverno e persino scarso impegno nelle politiche antimafia. L’alleanza in corso, paradossalmente, è tra i grillini e la destra. Un pastrocchio destinato a poca strada.
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Il problema resta comunque una base politica che stabilisca alleanze trasparenti con l’area liberal-democratica che alle Politiche di settembre andò forte. Il caos generato dalla lite Calenda-Renzi non potrà che produrre mutamenti degli assetti anche a livello locale.
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Segnali di “liberi tutti” si vedono ormai a occhi aperti persino in consiglio comunale. Il capogruppo pidino Cantergiani, che è anche segretario comunale, si è astenuto su un ordine del giorno firmato da Europa verde in materia di rigore ambientalista. Il testo è passato ugualmente, ma la dissociazione del capogruppo, che è di area cattolica, non fa che evidenziare i malumori nel partito.
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Alex Pratissoli è il candidato prediletto di Vecchi. Ma l’interessato giura di non essere disponibile.
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I cattodem non potranno che rivendicare un proprio candidato al vertice del municipio. Una figura che potrebbe correre partendo da uno standing di livello potrebbe essere quella di Francesco Notari, dottore commercialista, già consigliere comunale, uno di quelli che non hanno bisogno della politica per fare carriera. Nel caso, anche il suo sì non sarebbe scontato.
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Un altro imprenditore di successo con la passione per la politica candidato successore a Vecchi potrebbe essere Claudio Guidetti, fondatore dell’associazione Crea Liberamente, l’unico che continui a fare politica culturale in questa Reggio anestetizzata. Qualora il Pd non concludesse in tempi ragionevoli un solido accordo con l’area liberale-riformista, quel che resta del cosiddetto Terzo Polo starebbe certamente all’opposizione di un accordo Pd-5Stelle.
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È in discussione in Senato una proposta di legge volta a diminuire al 40% il margine per essere eletti sindaco al primo turno (dal 50+1 di oggi). L’idea proviene dalla Lega, ma potrebbe piacere anche al Pd reggiano. Il quale, non va dimenticato, ha portato Stefano Bonaccini fino al 60% alle primarie.
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Ma con Elly Schlein segretaria non cambierà nulla negli equilibri locali? A suo tempo il Pci nazionale interveniva in Emilia solo quando i compagni del posto non avessero trovato un accordo. Probabilmente andrà così anche questa volta. Ma è improbabile che il blocco di potere al governo da una quindicina d’anni possa arrivare al punto senza farsi trovare preparato.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]