Silk Faw, i creditori alle porte. Una cosa appare certa: è andato tutto storto al progetto del bolide elettrico sino – americano che voleva trovare casa nel cuore della Motor Valley, alle porte di Reggio Emilia, in uno sterminato prato di Villa Gavassa e che resterà tale. Una lunga serie di peripezie, fatta di voci, di polemiche, date rinviate, appuntamenti saltati, stipendi non pagati, e alla fine, come per una maledizione, il naufragio dell’avventura ancor prima di salpare.
Così, la vicenda che all’inizio aveva fatto esultare gli amministratori reggiani e regionali lusingati dalle sirene orientali di grandi investimenti e nuovi posti di lavoro, si arricchisce di una nuova pagina triste, che tenderebbe a non fare più troppo notizia, se non ci fossero nomi noti fra le società creditrici della joint venture delle auto elettriche. Per esempio Nomisma, che si occupa di consulenze di mercato, oppure marchi di prestigio come Giugiaro di Torino o l’emiliana Dallara del Parmense, e altre ancora.
Gli avvocati incaricati dalle aziende sono così comparsi davanti al giudice Maserati, un nome che sta come un vero marchio di fabbrica su questa storia, il quale ha concesso qualche giorno per raccogliere nuova documentazione. Infine il giudice Maserati deciderà se accogliere la richiesta avanzata da Silk Faw che in sostanza chiede tempo e che nelle ultime parole dell’ad Giovanni Lamorte aveva prospettato nuovi segnali per il futuro: “Rilanceremo il progetto e cambieremo il layout dello stabilimento, avendo meno metri a disposizione”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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