Aemilia, in Parlamento le rivelazioni choc dell’ex pm Pennisi

aemilia

Le rivelazioni choc dell’ex pm antimafia Roberto Pennisi finiscono in Parlamento.  Il deputato reggiano di Fratelli d’Italia Gianluca Vinci ha infatti depositato oggi una interpellanza urgente. Ne dà notizia lo stesso Vinci spiegando di aver ” fatto trasformare la mia interrogazione parlamentare scritta in una interpellanza urgente da discutere in aula vista la gravità del contenuto delle dichiarazioni dell’ex pm Pennisi circa l’esclusione del Pd dalle indagini di Aemilia” e precisando che “il Ministero risponderà probabilmente già venerdì 14 aprile”.

Roberto Pennisi, oggi in pensione, è stato per  anni pm alla Procura nazionale antimafia e nei due anni trascorsi a Bologna, tra il 2012 e il 2013, si era occupato anche dell’inchiesta Aemilia sulla ‘ndrangheta, non senza difformità di vedute rispetto a Marco Mescolini, che nel 2018 sarebbe stato nominato dal Csm a guidare la Procura della Repubblica di Reggio Emilia per essere poi trasferito per incompatibilità ambientale nel febbraio 2021 a seguito del caso Palamara.

Come noto, le dichiarazioni di Pennisi riportate dal quotidiano Il Giornale a inizio marzo lasciavano trapelare lacune nell’inchiesta Aemilia, in particolare per quanto riguarda i presunti rapporti tra ‘ndrangheta e amministratori locali del Pd. “Alla fine dell’inchiesta Aemilia non c’è stato un solo politico condannato, eppure da quelle parti accadevano cose incredibili – ha detto Pennini al Giornale – Indago sulla ‘ndrangheta dal 1991 ma non avevo mai visto che i candidati alle elezioni locali in una città del nord attaccassero i loro manifesti anche in un paesino calabrese. Di spunti ce n’erano tanti, con nomi e cognomi: andava stralciata l’indagine, approfondita la posizione di altri indagati o indagabili per concorso esterno in associazione mafiosa, invece non si fece nulla”.