Accanto alla Costituzione della Repubblica italiana, che da anni il Comune di Reggio Emilia dona ai neo diciottenni delle scuole, quest’anno è stata donata alle ragazze e ai ragazzi che frequentano l’ultimo anno delle superiori una copia del volume, fresco di stampa, dal titolo ‘Razza di Stato’, edito dalla stessa Amministrazione comunale e da Istoreco, con contributi di materiali, ricerche, riflessioni e racconti da parte di studiosi, personalità, testimoni ed altri enti, fra i quali l’Archivio di Stato della città.
Se infatti la Costituzione, Legge fondamentale della Repubblica, nel 2018 compie 70 anni di vigenza, le leggi razziali, quelle della vergogna, scritte durante il regime fascista, compiono 80 anni dalla promulgazione.
Due estremi decisamente opposti, che sono stati messi in chiaro risalto nella consegna, lo stesso giorno, dei due volumi alle scuole reggiane, da parte del sindaco Luca Vecchi, stamani nella Sala del Tricolore.
Con il sindaco sono intervenuti l’assessore alla Città internazionale Serena Foracchia, il direttore di Istoreco Matthias Durchfeld, il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Mario Maria Nanni e la presidente della Consulta degli studenti di Reggio Emilia, Sara Wildner.
Quest’anno, ha ricordato il sindaco Luca Vecchi agli studenti, è dunque l’anniversario dell’inizio formale della grande persecuzione in Italia, “con quell’insieme di norme e provvedimenti che misero al bando migliaia di ebrei italiani, escludendoli dalla vita sociale e dai diritti, negandoli come persone. Dobbiamo conoscere e riflettere, per questo abbiamo pensato a voi e alla realizzazione di questo volume di documenti storici, analisi e testimonianze sulle leggi razziali in Italia, sulla loro origine e sulle conseguenze che determinarono. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che queste leggi non furono un fatto improvviso, decontestualizzato: la loro gestazione avvenne nel tempo, lungo un cammino fatto di tanti passaggi successivi, magari in origine in apparenza insignificanti, fino alla produzione dell’orrore della persecuzione e dello sterminio, fino all’immane tragedia della Shoah.
“Servono sempre occhi aperti e consapevolezza – ha aggiunto il sindaco – Perciò insieme a ‘Razza di Stato’ doniamo la nostra Costituzione: uniamo il momento più basso e buio, le leggi razziali del 1938, a quello più alto, la Costituzione repubblicana entrata in vigore nel 1948. Un confronto stridente, ma eloquente e illuminate. In un decennio il popolo italiano riuscì in un riscatto che poteva apparire insperabile: dal razzismo della dittatura fascista, all’antifascismo diffuso e poi alla Resistenza, alla Liberazione e all’inizio del nostro cammino con la Costituzione, che non dobbiamo mai stancarci di avere presente a noi stessi”.
L’assessore Serena Foracchia ha sottolineato l’attualità costante della riflessione e dell’impegno per l’affermazione e la difesa dei diritti umani e del pericolo della loro negazione; e il valore etico e culturale della diversità delle persone, che è una ricchezza, e non un problema, ed assume connotati più evidenti nell’attuale fase storica.
il direttore di Istoreco Matthias Durchfeld, presentando ‘Razza di Stato’, ha fatto notare fra l’altro che il volume risulta essere la prima iniziativa in Italia di questo genere.
Con la consegna in Sala del Tricolore, Costituzione e Razza di Stato hanno raggiunto oggi di fatto tutte le classi quinte delle scuole superiori di Reggio Emilia. Di Razza di Stato sono state stampate in questa prima edizione circa 5.000 copie, di cui 2.600 già assegnate agli studenti neo diciottenni e altre 1.000 a scuole per motivi di studio.
Stamani, con 14 rappresentanti della Consulta degli studenti in rappresentanza di tutto il mondo studentesco reggiano, erano in Sala del Tricolore dirigenti, docenti e studenti di: Zanelli, Filippo Re, Secchi, Bus Pascal, Ariosto-Spallanzani, Galvani, Cattaneo-Dall’aglio.
Il libro ‘Razza di Stato’, a cura di Comune e Istoreco (con la collaborazione dell’Archivio di Stato), è rivolto in particolare ai giovani di oggi. Il volume verrà donato ai neo diciottenni assieme alla Costituzione della Repubblica italiana, offerta ai ragazzi già da diversi anni, affinché possano toccare con mano, mente e coscienza l’origine abominevolmente codificata e legittimata della discriminazione razziale e della persecuzione.
‘Razza di Stato’ ripercorre i passaggi che negli anni Trenta portarono alla promulgazione delle leggi razziali, con documenti, riferimenti normativi, testimonianze dirette di sopravvissuti, biografie, fatti e immagini, analisi e ricostruzioni sulle conseguenze – in tutti gli ambiti di vita: dalla scuola al lavoro, con espulsioni e licenziamenti – che il provvedimento ebbe anche a Reggio Emilia e in diversi e importanti altri comuni della provincia. La pubblicazione ospita anche una testimonianza di Piero Terracina, ebreo romano sopravvissuto a Birkenau, spesso protagonista di incontri con gli studenti reggiani. Un libro-monito per ogni tempo.
La memoria della Shoah e del razzismo in Europa, a Reggio Emilia è costante. Le iniziative di questi giorni si associano agli annuali Viaggi della Memoria realizzati da Istoreco con le scuole reggiane nei luoghi dello sterminio. Nel febbraio scorso, il sindaco Luca Vecchi ha preso parte al Viaggio della Memoria a Cracovia e Auschwitz, con centinaia di studenti e le principali autorità religiose reggiane, il vescovo della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla monsignor Massimo Camisasca, l’imam delle Comunità islamiche di Reggio Emilia Yosif El Samahy e il rabbino della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia Beniamino Goldstein. Un momento storico, un omaggio ai Giusti fra le nazioni nel luogo simbolo della Shoah.
Al momento del primo censimento dopo le leggi razziali, nel Reggiano vivevano 165 cittadini ebrei; 95 a Reggio Emilia, gli altri divisi fra Guastalla, Scandiano, Novellara e Correggio. Molti di loro lasciarono l’Italia entro il 1940.
Sono 16 i cittadini ebrei reggiani morti nelle persecuzioni.
Dieci di loro furono catturati dalla polizia e deportati ad Auschwitz/Birkenau nel febbraio 1944. Partirono da Fossoli sullo stesso treno di Primo Levi e per questo abbiamo tanti dettagli, presi dai suoi libri.
Gli altri sei ebrei reggiani sono deceduti in città o in provincia, costretti a nascondersi, o perché gravemente ammalati o per le conseguenze delle persecuzioni (un professore fu trovato morto in casa, e la causa del decesso non fu accertata con chiarezza).
A queste 16 persone sono state dedicate Pietre d’inciampo posate in questi anni da Istoreco e Comune, davanti a quelle che furono le loro case o i luoghi da loro frequentati.
Se si considerano tutti i deportati, originari di Reggio Emilia e provincia, ai campi di concentramento e sterminio – contando anche i militari reggiani catturati al fronte e mandati in Germania, dove di solito si rifiutavano di combattere a fianco dei nazisti e venendo per questo eliminati, i deportati della montagna e quelli per motivi politici, cioè antifascisti – si raggiungono le circa 8.000 persone, un migliaio delle quali non ha più fatto ritorno.
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buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!