Il Labirinto della Masone creato a partire dal 2005 a Fontanellato (Parma) da Franco Maria Ricci (scomparso nel 2020), personaggio eclettico, grafico, editore e designer, è il più grande labirinto esistente, composto interamente di piante di bambù (in totale sono circa 200 mila), alte tra i 30 centimetri e i 15 metri, appartenenti a venti specie diverse. Un percorso in cui inoltrarsi e perdersi, per fantasticare e riflettere.
Accanto al Labirinto è sorto un museo, una biblioteca, spazi per mostre temporanee, un archivio, e strutture turistiche.
E a proposito di mostre ed esposizioni, è stata prorogata fino a domenica 16 aprile 2023 la mostra temporanea del Labirinto della Masone dedicata al maestro della moda Roberto Capucci.
Trent’anni fa, nel 1993, la casa editrice di Franco Maria Ricci dedicò a Capucci un volume della collana Luxe, calme et volupté: è per onorare tale ricorrenza che nasce questa originale esposizione, curata dalla Fondazione Roberto Capucci insieme alla Fondazione Franco Maria Ricci, con la collaborazione di Sylvia Ferino. Roberto Capucci è un genio senza paragoni della moda e dello stile italiano, ammirato in tutto il mondo e le cui creazioni sono tutt’oggi esposte nei maggiori musei.
La mostra di Fontanellato ne vuole celebrare la carriera in diversi suoi aspetti, affiancando i suoi abiti alle opere d’arte della collezione, creando così dialoghi imprevisti ed inediti e nuove suggestioni artistiche dall’effetto incredibile.
Storici della moda e creativi di oggi concordano nell’affermare quanto per Capucci il termine “stilista” sia quasi riduttivo: impossibile da inquadrare in una singola categoria, la sua è un’opera artistica a tutto tondo.
I suoi abiti sono strutture architettoniche dove il colore, protagonista indiscusso, scolpisce la materia in creazioni dalla forza espressiva rimasta tuttora ineguagliata.
Durante la sua carriera la notorietà è stata tale da permettergli di vestire icone femminili come Marilyn Monroe, Gloria Swanson, Jacqueline Kennedy, Elsa Martinelli, Irene Brin, Rita Levi Montalcini, che ritirerà il Premio Nobel per la Medicina nel 1986 con un suo abito, e Silvana Mangano, per la quale Capucci, voluto fortemente da Pierpaolo Pasolini, disegnò i vestiti del film Teorema.
“Roberto Capucci è un trasformista, è un Houdini, è un mago, un inventore, ma soprattutto un giardiniere, il principe della natura. – così ne parla lo stilista Antonio Marras – Lui non disegna abiti, li plasma, come se fossero preziosa porcellana. Roberto Capucci è un matematico e un botanico, è ingegnere aereospaziale e il piccolo principe di Saint-Exupéry che chiede di disegnare una pecora per mangiare il baobab. Roberto Capucci esplora e narra di un mondo di abiti animati. Un mondo fatto di miti divenuti materia vivente, un universo in continua trasformazione, come una natura viva e mutante”.
La natura è la principale fonte di suggestione del suo lavoro, ispirato dalle descrizioni delle Metamorfosi di Ovidio, dove Dafne e altri personaggi vengono trasformati in alberi o animali: negli abiti di Capucci si possono ritrovare questi miti, la materia tessile li interpreta in vere e proprie sculture dominate dalla stoffa e dai colori a creare delle “seriche armature” che sembrano prescindere dalla forma del corpo. In particolare, gli abiti da sera sono creazioni senza età e dove lui stesso impone al tempo il suo marchio inconfondibile, in un continuo lavoro di ricerca formale e cromatica che non esita a ricorrere ai materiali più diversi, dalle sete più esclusive ai prodotti naturali più semplici quali rafia o paglia, per cercare continuamente nuove possibilità espressive del Bello.
Nascono così le memorabili creazioni degli anni ’80, come Farfalle e Cerchi, che ricordano forme del mondo animale, o Variazioni nel Verde e Colore, in cui il colore si impone come protagonista di audaci combinazioni cromatiche.
Per comprendere ancora meglio il lavoro di Capucci è imprescindibile studiare gli schizzi preparatori, alcuni dei quali saranno presenti in mostra per consentire di ricostruire il processo creativo, ma anche di ammirare l’inesauribile fantasia dell’artista.
Così Sylvia Ferino, curatrice della mostra, sintetizza la complessità del Maestro: “Chi indossa una creazione di Capucci diventa immediatamente protagonista di una scena di cui è egli stesso regista: una scena che rassomiglia ai cortei trionfali e alle feste allestite nel Rinascimento e nell’età barocca in onore di principi famosi. Capucci è più che un creatore di moda: è regista, architetto e fors’anche drammaturgo, poiché i suoi abiti dettano in certo qual modo il cerimoniale e l’etichetta di corte, dando perciò forma all’avvenimento, così come fissano i diversi caratteri e i ruoli delle donne che li portano.”
In occasione della mostra sarà pubblicato un nuovo volume per Franco Maria Ricci Editore, dedicato al geniale couturier.
INGRESSO E ORARI
La mostra è aperta tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 09.30 alle 18.00 fino al 31 marzo 2023 e dalle 10.30 alle 19.00 dal 1° aprile 2023.
L’accesso è incluso nel biglietto d’ingresso del Labirinto della Masone, che comprende anche l’accesso al labirinto di bambù e alla collezione permanente di Franco Maria Ricci.
8 ottobre 2022 – 16 aprile 2023
ROBERTO CAPUCCI.
Seriche armature
A cura della Fondazione Franco Maria Ricci,
Fondazione Roberto Capucci,
con la collaborazione di Sylvia Ferino
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]