Far bene all’ambiente, ma anche ai conti pubblici, in particolare quelli di Comuni e Province. Due obiettivi virtuosi, oggi più che mai importanti, che possono essere raggiunti anche costruendo o riasfaltando una strada, soprattutto se si utilizzano le innovazioni tecnologiche ecosostenibili prodotte negli ultimi anni nel settore dell’ingegneria stradale. Di questo si è parlato questa mattina a Palazzo Allende, sede della Provincia di Reggio Emilia, nel corso del seminario riservato agli enti pubblici “Le tecniche di riciclaggio dei materiali in ambito stradale” promosso dalla stessa Provincia insieme al Corso di laurea in Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli studi della Repubblica di San Marino, in interateneo con l’Università di Modena e Reggio Emilia.
Nella Sala del Consiglio provinciale i lavori – moderati dal dirigente del Servizio Infrastrutture della Provincia, Valerio Bussei – si sono aperti con i saluti del consigliere provinciale Nico Giberti, mentre ad illustrare tecniche di riciclaggio dei materiali in ambito stradale, esempi applicativi e norme che le regolano è stato Andrea Grilli, professore associato dell’Università della Repubblica di San Marino, in interateneo con l’Università di Modena e Reggio Emilia per l’ingegneria civile e ambientale, condividendo parte dei docenti e il direttore del corso di laurea, Angelo Marcello Tarantino. “Dobbiamo tutelare l’ambiente partendo con il pensare che la cava non deve più essere la parete rocciosa delle montagne, ma è la vecchia strada, dalla quale estrarre e rigenerare il materiale per ricostruire la stessa strada – ha spiegato – Questo permetterebbe anche un’inversione di tendenza nel consumo degli spazi in discarica per lo stoccaggio dei materiali da demolizione. Un problema, quest’ultimo, che sta diventando allarmante, quanto la necessità di manutenzione straordinaria delle reti stradali. Alcune tecniche ormai consentono di produrre senza riscaldamento e, dunque, consumando pochissima energia e senza generare emissioni, altre aggiungono addirittura la possibilità di lavorare i materiali riciclandoli sul posto, eliminando la circolazione di camion su camion”.
“Queste tecniche vengono erroneamente percepite come sperimentali, ma in realtà possono ritenersi consolidate dopo ormai oltre un decennio di applicazioni, con successo, in ambito autostradale – ha aggiunto il professor Andrea Grilli – Queste pratiche sono impiegate più raramente da Province o Comuni e lo scopo del seminario è proprio quello di promuovere l’utilizzo di materiali riciclati a freddo da parte degli enti pubblici per gli evidenti benefici, ambientali ed economici, che garantiscono”.
E non è un caso che, questo importante seminario, sia stato ospitato proprio dalla Provincia di Reggio. “Già nel 2009, con la Variante di Canali, abbiamo sperimentato con successo materiale riciclato, in particolare un bitume arricchito da polverino di gomma ottenuto con la macinazione di pneumatici fuori uso – ha sottolineato il consigliere provinciale delegato alle Infrastrutture, Nico Giberti – Un materiale che non solo ha garantito prestazioni di maggiore adesione fra la ruota e la pavimentazione, aumentando quindi la sicurezza, e ridotto il rumore, ma anche assicurato una maggiore durata”. Uno studio realizzato a 6 anni dall’apertura della Variante di Canali aveva infatti appurato che l’utilizzo di materiale riciclato aveva evitato l’emissione di 40 tonnellate di CO2, riducendo i consumi energetici e risparmiando fino a 70.000 kWh rispetto alla realizzazione di una strada tradizionale, ma anche che non era stato necessario alcun intervento di manutenzione.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]