Dopo le 18 sedute organizzate in stato di continua emergenza idrica dello scorso anno si è riunito oggi, per la prima volta nel 2023, l’Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici all’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po insieme alle regioni e le relative agenzie di monitoraggio e tutti i portatori di interesse dell’area padana coinvolti nella gestione della risorsa (Ministero della Sicurezza Energetica, Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Dipartimento della Protezione Civile, Regione Emila-Romagna, Regione Liguria, Regione Lombardia, Regione Piemonte, Regione Toscana, Regione Valle d’Aosta, Regione Veneto, Provincia Autonoma di Trento, Regione Marche, ISTAT, ISPRA, CREA, Agenzia Interregionale per il Po, Terna Rete Italia, Consorzio del Ticino, Consorzio dell’Adda, Consorzio dell’Oglio, ANBI, UTILITALIA, ANEA, ASSOELETTRICA).
Purtroppo, ciò che è emerso dalle singole relazioni presentate dai relatori tecnici intervenuti al meeting, evidenzia una situazione di conclamato deficit idrico in gran parte delle regioni del Nord, Piemonte e Lombardia in testa ma anche in Veneto e Trentino e un gap, meno marcato rispetto allo scorso anno, nell’area Emiliano Romagnola dove le ultime piogge, corredate da alcune nevicate, hanno contribuito a ricaricare i torrenti Appenninici e di conseguenza ad incrementare le portate del fiume Grande Fiume. Il Po registra infatti portate oscillanti – al 31 Gennaio scorso i valori rilevati sono: San Sebastiano (TO) 37 mc/s; Casale Monferrato (AL) 58 mc/s; Valenza (AL) 111 mc/s; Isola Sant’Antonio (AL) 154 mc/s; Spessa Po (PV) 265 mc/s; Piacenza 373 mc/s; Cremona 503 mc/s; Boretto (RE) 615 mc/s; Borgoforte (MN) 761 mc/s; Pontelagoscuro (FE) 802 mc/s – ma sostanzialmente in progressivo calo: oggi, 9 Febbraio, a Pontelagoscuro siamo a 610 mc/s (450mc/s portata obiettivo) con livelli sopra i minimi storici, ma ben al di sotto delle medie del periodo.
E se una delle principali criticità dello scorso anno fu proprio il perdurante e scarso riempimento dei grandi laghi alpini, anche quest’anno le avvisaglie monitorate dagli enti regolatori rappresentano già una soglia di risorsa invasata ad oggi estremamente scarsa per rappresentare una “scorta” in grado di rispondere, se non pioverà ancora abbondantemente, alle esigenze dei prossimi mesi in cui prenderà il via la stagione dell’irrigazione. Il livello di invaso dei Grandi Laghi è generalmente stazionario, solo il Lago Maggiore registra un lieve e costante incremento. Rispetto al massimo valore d’invaso, le percentuali di riempimento sono: 46,3% per il Lago Maggiore, 19,6% per il Lago di Como, 17,7% complessivamente per il Lago d’Iseo e il Lago d’Idro, 24,7% per il Lago di Garda.
Anche sul fronte delle temperature si registra un incremento generalizzato di 1°-1,5°C nel mese di Gennaio, mentre la neve, che a differenza dello scorso anno è caduta (inferiori alle medie, superiori alle minime) è comunque risultata scarsa sui rilievi Alpini e quindi non sufficiente per alimentare con continuità anche i bacini artificiali deputati alla produzione di energia idroelettrica. Nel Delta del Po preoccupa anche l’intrusione salina che potrebbe incrementarsi in caso di diminuzione della portata del fiume. Importante, nell’analisi approfondita del contesto, la segnalazione comunicata da Utilitalia (l’associazione che riunisce i gestori del servizio idrico integrato) che segnala un abbassamento ulteriore delle falde acquifere sotterranee per impiego idropotabile e un approvvigionamento già effettuato con autobotti nel Biellese e nel Novarese, oltre a numerosi comuni in stato di preallarme. ANBI, l’associazione dei Consorzi di Bonifica, ha sottolineato che, come lo scorso anno, si sia completamente dipendenti dalle incerte future precipitazioni per iniziare l’irrigazione continuativa delle colture (qui il link completo al portale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po per l’analisi degli indicatori rilevati: adbpo.it/osservatorio-permanente/).
Ad inizio seduta il Segretario Generale di ADBPo Alessandro Bratti è intervenuto sulla situazione generale che si sta delineando nel distretto, rimarcando la necessità di intervenire per tempo sulle leve legislative a disposizione della governance distrettuale per poter affrontare le potenziali crisi idriche, sempre più frequenti, con strumenti decisionali idonei ai livelli delle necessità: “La normativa del 2006 richiede un adeguamento rispetto alla governance territoriale a causa dei mutamenti climatici. Sarebbe necessario, quindi, mettere mano alla legge per incrementare le possibilità di adattamento alle crisi idriche e le opportunità di difesa”. Complessivamente il livello di severità idrica è dunque confermato MEDIO (arancione) con assenza di precipitazioni. L’Osservatorio tornerà a riunirsi il prossimo 9 Marzo.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]