Nella seduta di lunedì 30 gennaio il consiglio comunale di Reggio, su proposta della giunta Vecchi, ha deciso di non aderire alla cosiddetta “rottamazione delle cartelle” contenuta nella legge di bilancio del governo Meloni, che prevedeva lo stralcio automatico delle cartelle esattoriali fino a un valore di 1.000 euro relative a crediti pendenti risalenti al periodo compreso tra il 2000 e il 2015.
I Comuni avevano tempo fino al 31 gennaio per deliberare l’eventuale non adesione allo stralcio: in caso contrario l’Agenzia delle entrate avrebbe proceduto ad applicarlo automaticamente. La votazione in Sala del tricolore si è conclusa con 24 favorevoli (Partito Democratico, + Europa, Europa Verde, Reggio È, Movimento 5 Stelle, Coalizione Civica e Alleanza Civica) e 6 contrari (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega).
“Abbiamo deciso di approvare questa risoluzione, come hanno fatto molti altri Comuni italiani, tra cui Milano, Roma, Bologna e Bari, seguendo per altro l’orientamento dell’Anci, per ragioni di equità”, ha spiegato l’assessore comunale ai tributi Lanfranco De Franco: “Non intendiamo aderire in quanto, come è stato sempre sostenuto da questa amministrazione, automatismi di questo tipo e condoni di vario genere creano inevitabilmente una disparità: sia perché il provvedimento riguarderebbe solo alcune tipologie di entrata, quelle gestite dall’Agenzia delle entrate-riscossione, e non quelle gestite dal Comune, sia e soprattutto perché sarebbe iniquo verso la stragrande maggioranza dei cittadini che adempie con scrupolo ai propri obblighi per il sostenimento della spesa pubblica, pagando con puntualità i tributi e le altre entrate comunali tra cui le multe”.
“Viceversa come amministrazione abbiamo sviluppato crescenti politiche di compliance e collaborazione verso quei contribuenti che sono in difficoltà economica, concedendo dilazioni e rateizzazioni o sconti sociali, come ad esempio il fondo Tariffa rifiuti per i nuclei famigliari con basso Isee, per i quali nel 2023 abbiamo aumentato il plafond a 350.000 euro rispetto ai 250.000 euro del 2022”, ha concluso De Franco.
Per il Comune di Reggio, tra l’altro, l’impatto della misura adottata è tutto somma contenuto, per vari motivi. Al netto dello stralcio delle cartelle imposto a tutti gli enti locali da una norma di fine 2018 per i carichi dal 2000 al 2010, le somme interessate riguardano quasi esclusivamente i ruoli relativi alle entrate da violazioni del Codice della strada con contestazioni inviate tra il 2011 e il 2015 e inferiori a mille euro, in quanto dal 2006 a oggi la riscossione coattiva di tutte le altre entrate del Comune è stata gestita in forma diretta dal Comune stesso.
Sul piano più strettamente contabile, inoltre, il Comune di Reggio non include nel bilancio di previsione i residui attivi riferiti a quel periodo, dato che i relativi crediti sono stati stralciati dal bilancio stesso essendo coperti dal fondo crediti di dubbia esigibilità, per restare nello stato patrimoniale ed essere poi iscritti a bilancio in caso di effettiva riscossione.
Indicativamente i crediti residui inferiori a mille euro riferiti al periodo 2000-2015 ancora in carico all’Agenzia delle entrate-riscossione ammontano complessivamente a circa 4,2 milioni di euro, quasi totalmente per sanzioni relative a violazioni del Codice della strada. Di questi, quelli che sarebbero interessati dallo stralcio attuale sono pari a circa 867.000 euro, tra maggiorazioni e interessi: questo perché l’annullamento in realtà non ha a oggetto tutto il credito, lasciando in essere la quota capitale e le spese per le procedure di notifica e di riscossione.
La stessa legge di bilancio 2023, inoltre, contiene un’altra norma che prevede una definizione agevolata (detta anche “rottamazione quater”) per tutti i carichi pendenti in gestione all’Agenzia delle entrate relativi al periodo compreso tra l’anno 2000 e il 30 giugno 2022: grazie a questa norma, entro il 30 aprile di quest’anno i contribuenti possono chiedere all’Agenzia delle entrate benefici analoghi allo stralcio automatico, con l’eliminazione delle sanzioni e degli interessi (ma solo in caso di impegno a pagare in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2023, oppure a rate in un massimo di 5 anni al tasso del 2%, la quota capitale e le spese di notifica e di procedura esecutiva).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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