Scrive in una nota il coordinatore provinciale a Reggio Emilia di Azione, Marco Cassinadri: “Abbiamo appreso che, dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, finalmente il Comune di Cutro ha un sindaco, ovvero Antonio Ceraso, 72 anni ed ex Comandante della Polizia Locale di Crotone.
Ceraso era l’unico candidato ammesso alle elezioni comunali, in quanto lo scorso 9 Novembre il Consiglio di Stato aveva definitivamente confermato l’esclusione di due delle tre liste presentate per le elezioni comunali.
Il Comune di Cutro non è formalmente gemellato con alcun comune reggiano, ma è solito pensare il contrario perché, nonostante la lunga distanza che ci separa, Reggio Emilia e Cutro hanno un legame che col passare degli anni diviene sempre più radicato.
Per questo, noi di Reggio Emilia in Azione, abbiamo osservato con profondo interesse i risvolti della situazione politica del Comune calabrese e siamo stati colti dallo sconcerto quando alcuni giorni fa l’allora candidato sindaco Ceraso, in un discorso pubblico a Reggio Emilia, si è schierato contro le interdittive antimafia poste in essere nella nostra provincia, le stesse interdittive che il Direttore Generale di Pubblica Sicurezza e della Direzione Investigativa Antimafia, il dott. Maurizio Vallone, ha definito, proprio durante l’iniziativa “noi contro le mafie” tenutasi a Reggio Emilia, come uno dei primi e più efficaci pilastri di una vera lotta alle mafie.
Di conseguenza, non possiamo che concordare con le riflessioni di Agende Rosse – Reggio Emilia “Evidentemente le 97 interdittive emesse da inizio anno dal Prefetto di Reggio Emilia, Iolanda Rolli, inquietano il signor Ceraso, che si erge a paladino di “cittadini onesti cutresi a cui sono negati i certificati antimafia” soprattutto in alcune regioni, tra cui l’Emilia Romagna. Un lodevole intento, certamente, quello di difendere i cittadini onesti, di qualunque provenienza, ma assolutamente fuori posto nel contesto dato.”
E in questo contesto giova rammentare, ahinoi, il triste ruolo di Reggio Emilia.
È doveroso ricordarci che la nostra provincia continua a far parte del “quadrilatero della ‘ndrangheta”, insieme a Mantova, Cremona e Piacenza.
È doveroso sottolineare che le problematiche emerse dal processo “Aemilia”, o da quello in corso “Grimilde”, non si sono risolte con lo svolgimento dei processi, ma sono solamente diventate palesi.
Un amministratore appena eletto, che non è cresciuto alla scuola del partito, applica alla gestione di un comune la cura del buon pater familias e l’onestà che gli sono proprie; ma ciò non è più sufficiente oggi, in particolare se ci si deve confrontare con una realtà colma di infiltrazioni mafiose.
Noi di Reggio Emilia in Azione crediamo che se si vuole praticare una gestione che protegga il territorio e ne promuova il progresso, la scelta più giusta, e inevitabile, sia appoggiarsi all’esperienza di un Prefetto capace ed esperto, com’è il caso della Dott.ssa Rolli”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]