Lunedì 28 novembre il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, candidato più accreditato alla segreteria del Partito Democratico per il dopo-Letta, è intervenuto in collegamento alla trasmissione “Mattino Cinque” su Canale 5.
Rispondendo a chi gli chiedeva conto di un’eventuale maggiore unità di intenti del Pd rispetto al Movimento5 Stelle o al Terzo Polo, le altre due anime dell’attuale opposizione al governo Meloni, Bonaccini ha indicato un’altra via: “Se in questo congresso recupereremo l’identità il giorno dopo sarà più facile anche decidere, sulla base degli accordi di programma, con chi stare”.
“Intanto dovrebbe stare con il paese, dovrebbe riconnettersi, anche sentimentalmente, con gli italiani, dovrebbe provare a stare con ciò che oggi serve per un paese che ha davanti una grande sfida, che è quella di tante risorse mai avute e disponibili, arrivate in gran parte dall’Europa, e che se impiegate bene possono servire per interventi che vadano nella direzione opposta a quel che non si è fatto negli anni precedenti. Più in generale serve un Pd che ritrovi identità, che non sia mai incline al populismo ma che diventi un partito più popolare tra le persone”.
“Io oggi non mi preoccuperei se stare con il Movimento 5 Stelle o con il Terzo Polo”, ha quindi aggiunto Bonaccini: “Peraltro non affiderei certamente ed esclusivamente agli uni di rappresentare la sinistra e agli altri di rappresentare i moderati”.
Il Pd, ha ricordato Bonaccini, “nasce per essere un grande partito di centrosinistra: da solo non può bastare ma siamo certamente, e dobbiamo tornare a essere, il perno di un nuovo centrosinistra. Adesso bisognerebbe fare opposizione: farla bene, non sguaiata, non contro perché bisogna esserlo a prescindere ma nel merito; e, quando si critica, avere sempre una proposta alternativa”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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