A fine settembre le imprese attive in Emilia-Romagna sono scese sotto quota quattrocentomila (399.179), con una diminuzione dello 0,5% (1.977 unità in meno) rispetto allo stesso momento del 2021. L’andamento della base imprenditoriale regionale si è allineato a quello nazionale, che ha fatto registrare una flessione tendenziale praticamente analoga (-0,4%).
Secondo l’analisi dell’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna, che ha elaborato i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio territoriali, a pesare sono stati soprattutto tre fattori: l’aumento dei costi energetici, l’inflazione e gli effetti della guerra in Ucraina, che hanno frenato l’attività economica.
La contrazione ha interessato quasi tutti i settori di attività. La tendenza negativa è stata accentuata in particolare in agricoltura (-1,7%, pari a 909 imprese in meno), nell’industria (-1,9%, con 817 imprese in meno) e nel commercio (-1%, 910 imprese in meno); perdite che non sono state compensate dall’andamento positivo del settore delle costruzioni (535 imprese in più, +0,8%) e del complesso dei servizi diversi dal commercio (747 imprese in più, +0,5%).
Per quanto riguarda l’industria le criticità si sono concentrate nei segmenti della moda, della fabbricazione di prodotti in metallo e di macchinari e apparecchiature. Nel settore dei servizi, invece, oltre al commercio sono risultati in sofferenza la ristorazione e il trasporto e magazzinaggio. Segnali positivi sono arrivati invece dal comparto edile, grazie soprattutto ai bonus statali e alle attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale, immobiliari e finanziarie.
Le difficoltà economiche si sono tradotte in una forte tendenza negativa per le ditte individuali (-1,5%, con 3.269 imprese in meno), che tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 si era interrotta dopo più di quattordici anni. La quasi totalità del saldo è frutto della crescita delle società di capitale (3.135 unità in più, pari a +3,2%), che da tempo è la forma giuridica più dinamica, anche se con un ritmo più contenuto rispetto al passato.
Il saldo negativo delle imprese registrate in Emilia-Romagna è stato determinato soprattutto dal boom delle cessazioni, a lungo procrastinate per effetto delle misure di sostegno introdotte per limitare i danni della pandemia di nuovo coronavirus: cessazioni che sono aumentate di quasi l’80% rispetto allo stesso trimestre del 2021 e hanno raggiunto il livello massimo (6.806) degli ultimi 15 anni, mentre le iscrizioni complessive (4.489) sono solo lievemente diminuite.
Ultimi commenti
buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!