“Dobbiamo decidere le regole” per il congresso del Partito democratico e per le candidature alla segreteria. “Spero che i tempi siano brevi”. Anche perché “un partito che sta per sei mesi a discutere di se stesso non diventa utile al paese e ai cittadini”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in collegamento a L’aria che tira su La7.”Non ho ancora deciso definitivamente” se candidarmi alla segreteria del Partito democratico. “Ci sto riflettendo seriamente – ha detto Bonaccini – nel giro di breve tempo potrò dire se mi candido o meno anche perché sono molto rispettoso del percorso che abbiamo deciso che spero venga affrettato”.”Ho sentito dire da qualche esponente del mio partito che si poteva rimandare il congresso di qualche mese”, ha aggiunto il presidente dell’Emilia-Romagna per il quale non è rispettoso “della vita reale delle persone” che “una forza politica ci metta mesi e mesi per eleggere un proprio segretario e un nuovo gruppo dirigente. Perché di questo abbiamo bisogno: di un nuovo gruppo dirigente e di un nuovo segretario”.
Il partito e la nuova guida. Secondo molti elettori di sinistra la strada delle primarie dovrebbe essere imboccata da più candidati, guardando anche all’esterno e non solo in casa. “Un partito troppo definito, confinato, bisogna allargare il campo” il pensiero degli interpellati, che vogliono quindi una ventata di aria fresca rispetto alla linea portata avanti negli ultimi anni
I sondaggi. Presidente e vice raccoglierebbero secondo Piepoli il 70% delle preferenze degli elettori democratici. Bonaccini allunga quindi nel sondaggio condotto da Demos dove figura primo con il 26% dei consensi e seguito dalla sua vice alla Regione Elly Schlein al 9%. Di moltissimo più alto il vantaggio attribuito a Bonaccini dall’Istituto Piepoli, al 49%, mentre l’inseguitrice è al 21%. Bonaccini non ha tuttavia ancora ufficializzato la sua candidatura: ha aperto, dichiarato la sua disponibilità a correre. Schlein invece per il momento è rimasta in silenzio. Dopo essere uscita dai dem non possiede neanche più la tessera del partito.
nel sondaggio Demos compaiono sorprendentemente anche leader di altri partiti, come Giuseppe Conte e Carlo Calenda, rispettivamente al 3% e al 2% delle preferenze, o ex segretari del Pd come Pier Luigi Bersani, al 4%. L’indagine Piepoli invece alle spalle dei due piazza Debora Serracchiani (12%), il sindaco di Firenze Dario Nardella (8%), il primo cittadino di Bari Antonio Decaro (3%), e infine l’ex ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, entrambi all’1%.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]