Nella mattinata di domenica 9 ottobre in Vaticano papa Francesco, durante una celebrazione eucaristica speciale in piazza San Pietro, davanti all’omonima basilica, ha concluso il processo di canonizzazione dei beati emiliani Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti, che per la Chiesa cattolica sono dunque ufficialmente santi.
“I due santi oggi canonizzati – ha detto il pontefice durante l’omelia – ci ricordano l’importanza di camminare insieme e di saper ringraziare. Il vescovo Scalabrini, che fondò due congregazioni per la cura dei migranti, una maschile e una femminile, affermava che nel comune camminare di coloro che emigrano non bisogna vedere solo problemi, ma anche un disegno della Provvidenza: «Proprio a causa delle migrazioni forzate dalle persecuzioni – egli disse – la Chiesa superò i confini di Gerusalemme e di Israele e divenne “cattolica”; grazie alle migrazioni di oggi la Chiesa sarà strumento di pace e di comunione tra i popoli» (L’emigrazione degli operai italiani, Ferrara 1899)”.
“C’è una migrazione, in questo momento, qui in Europa, che ci fa soffrire tanto e ci muove ad aprire il cuore: la migrazione degli ucraini che fuggono dalla guerra. Non dimentichiamo oggi la martoriata Ucraina! Scalabrini guardava oltre, guardava avanti, verso un mondo e una Chiesa senza barriere, senza stranieri. Da parte sua, il fratello salesiano Artemide Zatti, con la sua bicicletta, è stato un esempio vivente di gratitudine: guarito dalla tubercolosi, dedicò tutta la vita a gratificare gli altri, a curare gli infermi con amore e tenerezza. Si racconta di averlo visto caricarsi sulle spalle il corpo morto di uno dei suoi ammalati. Pieno di gratitudine per quanto aveva ricevuto, volle dire il suo “grazie” facendosi carico delle ferite degli altri. Due esempi. Preghiamo perché questi nostri santi fratelli ci aiutino a camminare insieme, senza muri di divisione, e a coltivare questa nobiltà d’animo tanto gradita a Dio che è la gratitudine”.
Artemide Zatti, nato a Boretto (in provincia di Reggio) il 12 ottobre del 1880, nel 1897 all’età di diciassette anni emigrò in Argentina con la sua famiglia. A Bahia Blanca frequentò la parrocchia salesiana innamorandosi della figura di don Bosco. Per diventare religioso entrò nella casa di formazione di Bernal, ma curando un malato di tubercolosi restò contagiato e fu mandato a Viedma, avamposto dell’evangelizzazione in Patagonia. Qui scoprì la sua vocazione definitiva, iniziando a dedicarsi ai malati e assumendo prima la responsabilità dell’ospedale avviato dai salesiani (che Zatti rifonderà) e poi anche della farmacia, diplomandosi inoltre come farmacista e infermiere: una vita di preghiera, servizio e povertà fino al 15 marzo del 1951, quando morì stroncato da un male incurabile. È stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 14 aprile del 2002.
Giovanni Battista Scalabrini, nato a Fino Mornasco (in provincia di Como) nel 1839 e morto a Piacenza nel 1905, è stato invece vescovo di Piacenza e fondatore della Congregazione dei missionari di San Carlo e della Congregazione delle suore missionarie di San Carlo Borromeo.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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