Mentre la Regione è già al lavoro sul nuovo Pair (Piano aria integrato regionale) 2030, dal primo ottobre in Emilia-Romagna tornano in vigore le misure antismog previste dal piano attualmente in vigore, che riguardano tutti i comuni di pianura e hanno l’obiettivo di ridurre le emissioni degli inquinanti più critici (pm10, biossido di azoto). Le misure resteranno in campo fino al 30 aprile 2023.
A partire dal primo gennaio, inoltre, saranno introdotte anche le limitazioni ai veicoli diesel euro 4, nei comuni più grandi, e ai veicoli diesel euro 3 negli altri comuni di pianura: questi veicoli potranno circolare aderendo al servizio Move-In e usufruendo di un bonus di chilometri assegnati su base annuale. Nel caso in cui dovessero scattare le misure emergenziali, le limitazioni saranno estese anche ai veicoli diesel euro 5.
“Anche in un contesto difficile come quello che stiamo attraversando è necessario andare avanti nella lotta all’inquinamento”, ha sottolineato l’assessora regionale all’ambiente Irene Priolo: “Lo dobbiamo fare agendo contemporaneamente su più fronti e intervenendo in ambiti diversi. Siamo consapevoli della complessa situazione sia dal punto di vista energetico che, più in generale, di quello socio-economico; è per questo che in accordo con gli altri colleghi del bacino padano, con cui mi sono incontrata di recente, chiediamo al governo come intenda muoversi su questi temi”.
La Regione Emilia-Romagna, ha proseguito Priolo, “ha stanziato contributi per la sostituzione degli impianti a biomassa più inquinanti, per la copertura delle vasche di stoccaggio dei liquami zootecnici, ma investiamo anche sul trasporto sostenibile e sul verde, finanziando progetti di forestazione e distribuendo gratuitamente a cittadini, enti e associazioni piante e alberi nell’ambito della campagna “Mettiamo radici per il futuro“. Ma è evidente che occorre anche un’interlocuzione con il livello centrale: quello della qualità dell’aria è un tema non più rinviabile”.
Oltre alle limitazioni alla circolazione applicate ai veicoli più inquinanti, è stato confermato tra le misure strutturali (sempre dal primo ottobre di quest’anno al 30 aprile 2023) il divieto di utilizzo – in presenza di un sistema di riscaldamento alternativo – degli impianti di riscaldamento a biomassa inferiori alle 3 stelle e dei camini aperti nei territori comunali situati sotto i 300 metri di altitudine.
Per questo motivo la Regione ha rifinanziato con 3 milioni e 105.000 euro il bando dello scorso anno per aiutare le persone residenti nei comuni di pianura est, di pianura ovest e in quelli dell’agglomerato di Bologna a sostituire le vecchie caldaie a biomassa con apparecchi meno inquinanti a 5 stelle o con pompe di calore. Il bando è aperto fino al 31 dicembre 2023: è possibile presentare la richiesta di contributo sulla piattaforma telematica regionale.
Un altro settore che potrà usufruire di importanti risorse per la qualità dell’aria, con le disposizioni straordinarie del 2021, è quello dell’agricoltura, che ha beneficiato di circa 10 milioni per azioni specifiche che puntano alla riduzione di ammoniaca; la Regione Emilia-Romagna ha già stanziato fondi per la copertura delle vasche di stoccaggio dei liquami zootecnici e per l’acquisto di macchinari specifici per la distribuzione di liquame nel terreno a basse o zero emissioni di ammoniaca.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]