Bonaccini: è il tempo di rigenerare il Pd

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Ha scritto alcune ore fa il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il cui nome, oramai da tempo, viene  menzionato nella corsa  alla segreteria del Partito democratico.

“Gli italiani hanno scelto.
L’affermazione di Giorgia Meloni è netta: spetta ora alla destra formare un Governo all’altezza.

Ho voluto personalmente farle i complimenti la scorsa notte a risultato acquisito, perché così intendo il rispetto tra avversari, anche quando il confronto è aspro.
Il centrosinistra e il Pd hanno perso.

Siamo stati meno convincenti e competitivi, anche perché abbiamo corso divisi contro un avversario che ha invece saputo presentarsi unito.
Inutile minimizzare il nostro risultato. Ed Enrico Letta non lo ha fatto. Ma la sconfitta non va e non può essere ascritta a uno solo: quando si perde, così come quando si vince, e lo abbiamo visto bene nelle recenti amministrative, in un partito democratico non è mai colpa o merito di uno solo.

Grazie ad Enrico per il lavoro che ha fatto: sono tra quanti gli avevano chiesto di diventare segretario in un momento molto difficile e non me ne pento. Perché è una persona seria e perbene.

E ha ragione quando dice che adesso bisogna discutere, e farlo bene. La sua scelta di avviare subito il percorso che ci porterà al congresso ci aiuta a farlo senza mettere la polvere sotto il tappeto o, viceversa, pensando che basti cambiare un segretario per risolvere tutto.
Non è oggi il momento di una discussione che parta dai nomi e dai cognomi anziché dai contenuti, ma sia invece un’occasione per discutere, anche prima delle alleanze, di quale identità e quale profilo debba avere il Pd. Penso serva una vera e propria rigenerazione per il Partito Democratico, sia sui contenuti, sia nella sua classe dirigente. Oltre che sul modo di essere una moderna forza popolare, radicata nel territorio.

Perché da uomo di sinistra non mi rassegno al fatto che siano la destra, o altri, a dover raccogliere il disagio sociale o le paure dei cittadini più fragili.
Certo, le alleanze sono indispensabili, ma ora che saremo all’opposizione (ci può fare bene) io sono per ripartire dal Pd: serve anzitutto un progetto più forte e più grande, che torni a parlare alle persone e con le persone. E’ venuto il tempo di confrontarsi su ciò che questo partito rappresenta e vuol rappresentare per i cittadini, i suoi iscritti e i suoi elettori.

Il nostro compito non è solo arginare la destra, ma dare un progetto agli italiani su cui valga la pena di scommettere. Insieme a un Pd nuovo e più grande per costruire un nuovo e più largo centrosinistra.
Nei territori, dove siamo chiamati a dare risposte concrete ai problemi di cittadini, famiglie, lavoratori, imprese, ci sono sindaci e amministratori del centrosinistra di una competenza straordinaria. Questa è l’occasione per ripartire anche da loro, dandogli un ruolo da protagonisti. Donne e uomini appassionati e di talento, spesso giovani, che in questi anni hanno tenuto in piedi con il loro lavoro silenzioso il PD, e che non possiamo più tenere in panchina.

Un ultimo accenno all’Emilia-Romagna.

Qui si registra l’affluenza più alta d’Italia, un segno di partecipazione democratica che è sempre importante, pur in un contesto nazionale difficile.
Il Pd è il primo partito e si conferma maggioranza (sommando i voti) la coalizione che governa in Regione, il centrosinistra aperto al civismo che va da Sinistra Coraggiosa e Verdi a Italia Viva e Azione e che vinse le regionali del 2020 (rispetto alle quali, invece, la destra arretra ieri di oltre cinque punti).

Non ne fanno parte i 5 Stelle per una scelta loro due anni e mezzo fa, ma coi quali abbiamo vinto da poco importanti città. E con cui in Regione, pur essendo loro all’opposizione, collaboriamo spesso: e questo lo considero un valore aggiunto per il nostro territorio.
In politica si può perdere, ma l’importante è non perdersi. Ed ora è il tempo di rigenerare il PD”.