Lunedì 19 settembre Unindustria Reggio ha organizzato al centro internazionale Loris Malaguzzi l’evento “18 proposte X l’Italia”, per illustrare ai candidati locali delle principali forze politiche le priorità delle imprese in vista delle elezioni del 25 settembre.
All’iniziativa era presente anche il segretario provinciale reggiano di Azione Marco Cassinadri, che pur apprezzando i contenuti del confronto ha sottolineato l’assenza di un tema cruciale per la campagna elettorale: “Un solo argomento purtroppo non è stato toccato durante tutto l’incontro, e confesso che ne sono stato meravigliato: riflettendo mi sono convinto infatti che nessuno aveva parlato di legalità, di lotta alla corruzione e alla criminalità, in quanto sicuramente questo concetto è considerato un presupposto a qualsiasi strategia economico-finanziaria. Presupposto credo indispensabile e cardine di ogni scelta improntata effettivamente al “bene comune”.
“Purtroppo – ha spiegato Cassinadri – la mia esperienza mi suggerisce che così non è. Gli industriali presenti lavorano sul territorio che ha dato origine ad Aemilia, il più grande processo di ‘ndrangheta di tutto il nord Italia, e non credo si possa immaginare che un centinaio di condanne abbiano estirpato il problema. Quella era la punta dell’iceberg: perché però non continuiamo a parlare e a riflettere della parte sommersa e di come, ognuno per le proprie competenze e possibilità, la debba combattere?”.
Reggio, ha aggiunto il segretario provinciale reggiano di Azione, “mi risulta faccia ancora parte del quadrilatero della ‘ndrangheta insieme alle province di Mantova, Cremona e Piacenza, e le problematiche emerse dal processo Aemilia non si sono risolte con il suo svolgimento, sono solamente diventate palesi e note. Le mafie sottraggono circa 150 miliardi di euro annui al bilancio dello Stato. Siamo una delle regioni più ricche: davvero questo non ci preoccupa? E quanto sottraggono le mafie all’economia sana?”.
“Oggi essere un politico, un amministratore, un imprenditore, un artigiano, un commerciante, finanche un sindaco non è facile. Un amministratore appena eletto e che non sia cresciuto alla scuola del partito applica alla gestione di un Comune la cura del buon pater familias e l’onestà che gli sono proprie. Ciò non è più sufficiente, in particolare se ci si deve confrontare con i tentativi di infiltrazione mafiosa”.
Di recente, ha ricordato Cassinadri, “abbiamo prodotto e divulgato un video e con queste semplici considerazioni: se non c’è legalità non ci sono diritti e doveri; se non c’è legalità vale la legge del più forte, ricco, potente; se non c’è legalità non c’è la possibilità di premiare il merito; se non c’è legalità i problemi non saranno mai risolti dai più competenti; se non c’è legalità non c’è credibilità e fiducia in chi ti rappresenta; se non c’è legalità non si può mettere tutti sulla stessa linea di partenza e lasciare che ognuno possa dispiegare liberamente il proprio potenziale e le proprie qualità; se non c’è legalità non potrà mai esserci crescita economica inclusiva, sostenibile, ecologica ed etica; se non c’è legalità tutti noi valiamo meno; se non c’è legalità tu vali meno”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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