Le radici affondano in PeppinoPeppino Magazine, un blog grazie al quale dal 2015 Simona Testucci, veterana del mondo dell’abbigliamento, ha iniziato a raccontare le realtà al di fuori del mainstream della moda globalizzata, con focus su denim e brand giapponesi: nel 2019 questa esperienza editoriale si è evoluta in PeppinoPeppino Denim, nato come brand femminile ma diventato oggi totalmente genderless, non convenzionale, capace di sperimentare nuove silhouette e vestibilità offrendo capi di qualità premium, progettati per durare nel tempo.
Con una produzione interamente made in Italy, e una grande attenzione alla scelta dei materiali e ai dettagli, PeppinoPeppino Denim realizza due collezioni all’anno: primavera-estate e autunno-inverno.
Il denim rappresenta senza dubbio il Dna principale del brand, che tuttavia sta iniziando a muovere i primi passi verso un concetto “lifestyle”, avviando collaborazioni con specialisti in diverse categorie merceologiche. Il denim, inoltre, è affiancato ad altri materiali come velluto e twill, anch’essi rigorosamente made in Italy.
Le collezioni sono sempre molto concise e di facile interpretazione, con alla base una serie di articoli continuativi (pantaloni, giacche, salopette in denim, che rappresentano il signature product del marchio) affiancati da un’offerta invece più stagionale; tutti i capi, in ogni caso, sono abbinabili tra di loro in una logica total look.
Attualmente PeppinoPeppino Denim è distribuito in Italia (che ancora oggi costituisce il mercato principale del brand), in Svizzera, in Germania, nel Regno Unito, in Corea del Sud e in Giappone, con un portafoglio di circa 70 rivenditori, tra negozi di ispirazione “heritage” e negozi con un approccio più trendy; l’obiettivo, nel medio periodo, è quello di entrare anche nel mercato francese, in quelli del nord Europa e in quello degli Stati Uniti.
“Il mondo del denim è da sempre molto competitivo”, spiega la fondatrice del brand Simona Testucci: “Il denim è di grande interesse, così come i concetti di artigianalità e sostenibilità, termini abitualmente utilizzati e abusati da brand nuovi ed esistenti”.
“PeppinoPeppino nasce come un brand volutamente non tradizionale, con silhouette completamente diverse da quello che il mercato del denim attualmente offre, sempre ancorato ai classici 5 pockets. L’ispirazione delle collezioni deriva da capi vintage (soprattutto militare e workwear, selezionati con attenzione in negozi di tutto il mondo), reinterpretati in chiave contemporanea, con un’estetica che combina “heritage” ed essenzialità giapponese, mantenendo sempre lo spirito di indumenti che hanno una storia, un’anima, un’identità fuori dalle mode e dai trend del momento. PeppinoPeppino non è associabile al termine “moda”, ma piuttosto a “stile” come strumento di espressione. I nostri capi sono inoltre molto versatili e possono essere interpretati in modi diversi, diventando estremamente femminili o tomboy”.
C’è poi un tema di sostenibilità. “Ci piace definire PeppinoPeppino come un brand “responsabile”. Il che vuol dire usare, quando è possibile, tessuti e bottoni di giacenza, tecniche di lavaggio che risparmiano acqua ed energia e che non fanno uso di sostanze chimiche, accessori ed etichette realizzati con materiali riciclati e vegani (le nostre salpe sono in viridis, un materiale derivato dal mais). Stiamo poi lavorando con aziende italiane per sviluppare tessuti con cotone riciclato. Questa però è solo una parte della storia: per noi sostenibilità vuol dire anche offrire un prodotto di alta qualità, senza tempo, intramontabile. In questo senso ci piace definire PeppinoPeppino come un marchio “anti-fashion” e slowear. Produrre meno e bene è il nostro mantra”.
PeppinoPeppino, aggiunge la fondatrice, ”vuole essere un brand accessibile, il che vuol dire stabilire un rapporto “personale” con tutti i clienti (B2C e B2B) e avere un customer service veloce, affidabile e puntuale. Il mondo dopo la pandemia è cambiato, così come il comportamento dei consumatori: e questi valori, che si sono persi negli ultimi anni, stanno ridiventando sempre più importanti”. Oggi il cliente-tipo di PeppinoPeppino Denim “è principalmente donna, con un’età compresa tra i 35 e i 50 anni, che acquista PeppinoPeppino perché offre un prodotto fuori dagli schemi, estremamente curato e con vestibilità perfetta”.
Non poteva mancare, infine, l’irrinunciabile presenza sui social: PeppinoPeppino Denim è attivo su Facebook, su Pinterest e su Instagram, anche se è quest’ultimo il canale più rilevante, quello da cui proviene la maggior parte del traffico convogliato sul sito dell’azienda.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]