I livelli restano ancora superiori a quelli pre-pandemici, ma è proseguita anche nei primi sette mesi di quest’anno la drastica riduzione delle ore di cassa integrazione autorizzate in provincia di Reggio.
Una forte tendenza al ribasso che tuttavia, secondo la Camera di commercio di Reggio, nell’immediato futuro dovrà attraversare le grandi incognite legate all’aumento dei costi di produzione, fattore che rischia di ripercuotersi negativamente sulla produzione stessa e di conseguenza sulle ore lavorate.
Nel frattempo, però, nel periodo gennaio-luglio 2022 è stato registrato un calo del 78,2% nel ricorso alla cassa integrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: le ore autorizzate sono scese a quota 2,49 milioni, decisamente meno rispetto agli 11,422 milioni dei primi sette mesi del 2021 e ai 23,871 milioni del primo semestre del 2020, anno in cui si toccò il record.
Il dato relativo al 2021, come ha sottolineato l’ufficio studi della Camera di commercio reggiana analizzando i dati dell’Inps, scontava ancora le evidenti difficoltà delle imprese a superare gli effetti negativi provocati dalla pandemia, con riduzioni e sospensioni dell’attività lavorativa resesi necessarie sia per contrastare l’emergenza sanitaria che a fronte dell’inevitabile calo della domanda. Il primo ampio scorcio di quest’anno, invece, seppur segnato da una crescita più contenuta rispetto alle previsioni a causa dell’elevato aumento dei costi (soprattutto dell’energia e delle materie prime) e dalla coda lunga della pandemia, ha irrobustito la tendenza al ribasso del ricorso alla cassa integrazione, anche se quest’ultima rimane comunque ancora al di sopra dei livelli (1,044 milioni di ore) che avevano caratterizzato il periodo gennaio-luglio 2019.
Analizzando l’utilizzo dei diversi ammortizzatori sociali, oltre il 60% delle ore autorizzate riguarda la cassa integrazione straordinaria; il trend, in crescita (1,501 milioni di ore), appare in controtendenza rispetto allo stesso periodo del 2021 (85.788 ore) e anche del 2020 (444.000 ore), ma su questo dato hanno inciso contemporaneamente sia la modifica dei criteri di accesso (estesi da quest’anno fino a ricomprendere tutte le aziende con oltre 15 dipendenti, e non più solo quelle industriali, determinando dunque un enorme ampliamento della platea dei possibili ricorrenti) che l’assai probabile aumento di casi di ristrutturazioni, riorganizzazioni, riconversioni industriali e anche crisi aziendali, che normalmente si intensificano proprio dopo periodi di forti difficoltà e cambiamenti dei mercati.
Per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria, nei primi sette mesi di quest’anno sono state autorizzate complessivamente 714.833 ore, una frazione rispetto agli 8,3 milioni di ore dei primi sette mesi del 2021. Le ore autorizzate sono state utilizzate per la maggior parte dall’industria (94,5% del totale), e per il resto dal settore delle costruzioni (4,4% del totale), dalle attività di trasporto e magazzinaggio (0,7%), dalle public utilities (0,1%) e dal commercio all’ingrosso e al dettaglio (0,06%).
Tra gennaio e luglio 2022 le ore di Cigo concesse per il settore metalmeccanico si sono attestate a quota 427.718, in calo dell’85,6% rispetto ai 2,963 milioni dei primi sette mesi dell’anno precedente; per la ceramica il decremento è stato dell’87,1%, con le ore autorizzate scese in un anno da 872.000 a 112.000.
Nel comparto edile, che nei primi sette mesi dello scorso anno aveva fatto ricorso complessivamente a oltre 244.000 ore di cassa integrazione ordinaria, la flessione ha raggiunto l’87%, con il numero di ore autorizzate sceso a 31.701 dopo dodici mesi. Drasticamente ridotte anche le ore di Cigo del sistema moda, passate dalle oltre 216.000 dei primi sette mesi del 2021 alle attuali 9.025; discorso analogo, anche se con valori più contenuti, per il commercio all’ingrosso e al dettaglio, con le ore di cassa integrazione ordinaria diminuite in un anno da 34.863 a sole 496.
Tra gli strumenti di integrazione salariale utilizzati in questi primi sette mesi del 2022, gli interventi in deroga (destinati ai lavoratori e alle lavoratrici di imprese escluse dalla cassa integrazione straordinaria) sono passati da oltre tre milioni di ore autorizzate del periodo gennaio-luglio 2021 alle 274.662 ore di quest’anno, con un decremento di oltre il 90%. Questa forma di ammortizzatore sociale è stata destinata quasi del tutto al settore del commercio e dei pubblici esercizi: il 59% delle ore autorizzate, infatti, è stato utilizzato per supportare il commercio al minuto (161.000 ore), mentre il 37% ha riguardato le attività di alloggio e ristorazione (100.532 ore).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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