Mercoledì 24 agosto il presidente del consiglio Mario Draghi, accolto da un lungo applauso, è intervenuto alla Fiera di Rimini alla quarantatreesima edizione del “Meeting per l’amicizia tra i popoli”, organizzato come ogni anno da Comunione e Liberazione nella città romagnola, con un lungo discorso di oltre 45 minuti durante il quale ha ripercorso le tappe principali dei suoi 18 mesi di governo, ha ricordato le difficoltà attuali del Paese e ha tracciato le linee guida per il futuro.
“Anche oggi – ha detto Draghi accennando alla sua precedente partecipazione al Meeting, risalente al 2020 – ci troviamo in un momento estremamente complesso, per l’Italia e per l’Europa. Il quadro geopolitico è in rapida trasformazione, con il ritorno della guerra sul nostro continente, le tensioni nello stretto di Taiwan. La congiuntura economica è segnata da profonda incertezza: il notevole aumento del tasso d’inflazione è partito dal costo dell’energia, si è trasmesso ai beni alimentari, e oggi pesa in modo molto gravoso sui bilanci delle famiglie e delle imprese; il rallentamento della crescita globale si ripercuote negativamente sulle esportazioni; le condizioni di accesso al credito cominciano a peggiorare, questo avrà sicuramente effetti sugli investimenti”.
“I cambiamenti climatici si manifestano in modo minaccioso e richiedono una risposta decisa e urgente. Fenomeni meteorologici estremi sono sempre più comuni, con conseguenze spesso tragiche. Penso al dramma della siccità, che ha colpito in particolare il bacino del Po; allo scioglimento dei ghiacciai come quello della Marmolada; ai violenti nubifragi. Queste crisi – geopolitiche, economiche, ambientali – hanno origini che sono spesso fuori dai confini del nostro Paese. Ma spetta a chi ha responsabilità di governo dire la verità e, allo stesso tempo, rassicurare i cittadini con risposte chiare e concrete”.
Le sfide, ha chiarito Draghi, “sono molte, e di non facile soluzione: come continuare a diversificare gli approvvigionamenti energetici e calmierare le bollette per famiglie e imprese; come accelerare sulla strada delle energie rinnovabili per combattere il cambiamento climatico; come mantenere il giusto impulso nelle riforme e negli investimenti, per preservare la crescita, la stabilità dei conti pubblici, l’equità; come continuare ad assicurare all’Italia un ruolo da protagonista nel mondo, all’interno dell’Unione Europea e del legame transatlantico. Queste questioni, nel loro insieme, presentano un passaggio storico drammatico, che deve essere affrontato con profondità di analisi e coraggio di azione. Le decisioni che prendiamo oggi sono destinate a segnare a lungo il futuro dell’Italia”.
Tra poche settimane, ha ricordato il presidente del consiglio, “gli italiani sceglieranno la composizione del nuovo Parlamento, che darà la fiducia a un nuovo governo, sulla base di un nuovo programma. A questo proposito: invito tutti ad andare a votare. Voglio ringraziare tutti i ministri, tecnici e politici, per la dedizione e le competenze che hanno messo al servizio dell’Italia. Nei mesi che abbiamo avuto a disposizione abbiamo gestito le emergenze che si sono presentate e cominciato a disegnare un Paese più forte, equo, moderno. Molto però resta da fare, in un contesto che, come ho accennato, è ostico e non consente soste”.
“Guidare l’Italia è un onore per cui sono grato al presidente Mattarella, al Parlamento, alle forze politiche che ci hanno sostenuto, a tutti gli italiani che come voi mi hanno accompagnato con il loro affetto. Mi auguro che chiunque avrà il privilegio di farlo, di guidare il Paese, saprà preservare lo spirito repubblicano che ha animato dall’inizio il nostro esecutivo. Sono convinto che il prossimo governo, qualunque sia il suo colore politico, riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili – come le abbiamo superate noi l’anno scorso. L’Italia ce la farà, anche questa volta”.
Dopo un lungo elenco dei risultati raggiunti dal suo governo, Draghi ha ricordato che “la credibilità interna deve andare di pari passo con la credibilità internazionale. Questa è fondamentale perché l’Italia abbia un peso in Europa e nel mondo coerente con la sua storia, con le aspettative dei suoi cittadini. L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione Europea, protagonista del G7 e della Nato. Il nostro debito pubblico – tra i più alti del mondo – è detenuto per oltre il 25% da investitori esteri. Migliaia di aziende straniere si riforniscono dalle nostre imprese, fanno i loro ordini o impiegano i loro capitali in Italia e contribuiscono alla crescita, all’occupazione, al bilancio pubblico. È per questi motivi che protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale. Dalle illusioni autarchiche del secolo scorso alle pulsioni sovraniste che recentemente spingevano a lasciare l’euro, l’Italia non è mai stata forte quando ha deciso di fare da sola”.
Il posto dell’Italia, ha rimarcato il premier, “è al centro dell’Unione Europea e ancorato al Patto Atlantico, ai valori di democrazia, libertà, progresso sociale e civile che sono nella storia della nostra Repubblica. È con questa visione che i nostri padri, i nonni hanno ricostruito l’Italia e reso la sua economia una delle più dinamiche del mondo, con uno degli stati sociali più generosi. È grazie alla nostra appartenenza al mercato unico che siamo riusciti a costruire su queste basi un’economia con forti tutele per lavoratori e consumatori. Ed è grazie alla partecipazione dell’Italia da paese fondatore se l’Europa è diventata un’unione di pace e di progresso. L’Italia ha bisogno di un’Europa forte tanto quanto l’Europa ha bisogno di un’Italia forte”.
“La nostra credibilità – interna ed esterna – ha molto beneficiato della coesione che tutti abbiamo saputo mostrare di fronte alle avversità. Questa coesione è stata in parte il prodotto dell’unità nazionale, che ha visto – almeno per un po’ – i partiti mettere da parte le proprie differenze per trovare punti d’incontro nell’interesse degli italiani. Terminata l’esperienza dell’unità nazionale, questa coesione avrà naturalmente una declinazione diversa. Il dialogo fra le forze politiche è necessario anche nel confronto e nello scontro tra posizioni diverse: la coesione si dovrà ritrovare nel sentire comune di tutti i protagonisti, nel loro senso di appartenenza agli stessi ideali propri della nostra Repubblica e della nostra Unione Europea”.
“Molte volte – ha concluso Draghi – mi è stato chiesto di descrivere la mia “agenda” che, nelle intenzioni di chi vuole che si descriva, dovrebbe essere un insieme di proposte da lasciare al prossimo governo. Ma io credo che saranno gli italiani, con il loro voto, a scegliere i loro rappresentanti per la prossima legislatura e quindi il programma del futuro esecutivo”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]