di Ugo Pellini (botanico)
In questi giorni il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha pubblicato l’elenco aggiornato degli Alberi monumentali d’Italia; ci sono 401 nuove iscrizioni, ma nessuna di queste è in provincia di Reggio Emilia. In tutta Italia questi alberi, censiti per il particolare pregio naturale e culturale e che rappresentano un patrimonio da tutelare e valorizzare, sono in totale 4.006.
Nella nostra provincia sono solo sei gli alberi centenari inseriti in questo elenco: in percentuale poco più dell’uno per mille. Quello di maggiori dimensioni è il Cedro deodara, che vegeta nel giardino di quella che era la Reggia Ducale di Rivalta. E’ stato catalogato come Cedro del Libano, ma l’identificazione corretta è recente e nell’elenco del Ministero è rimasto il nome “libani”.
Non faceva parte del grande giardino estense; si trova dove era ubicata l’ala centrale del Palazzo; la sua presenza risale al tempo della tenuta agricola Corbelli. Non è da meno come dimensioni, la Roverella di Rondinara di Scandiano, conosciuta come “la Quercia dei cento rami”. Si trova nel borgo di Monte di sopra ed era così chiamata dai contadini che dai piedi della collina l’ammiravano nella posizione dominante che la natura le ha conferito. A Castelnovo ne’ Monti, ai piedi della Pietra di Bismantova nel Piazzale dell’Eremo, vegeta un Acero opalo; per la scelta è stata determinante la posizione paesaggistica e il legame storico con il vicino Eremo benedettino, ora di proprietà del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.
A Canolo di Correggio, nel viottolo del Medico, vegeta una maestosa Farnia, la specie di quercia caratteristica dell’antica Foresta planiziale che duemila anni fa ricopriva l’intera Pianura padana. Due grandi alberi si trovano nel “piccolo” Comune di Gattatico; ciò è dovuto alla segnalazione puntuale degli amministratori: sono una Farnia al Pantaro di sotto, via Monte Grappa e un insieme omogeneo di gelsi bianchi all’ingresso della Corte Ortalli, sulla via Emilia, a pochi metri dal confine con Sant’Ilario d’Enza.
Il Gelso bianco è una delle piante più importati della storia economica reggiana; nei secoli scorsi era coltivato per “l’arte della seta”. L’elenco degli alberi monumentali del Ministero, iniziato nel 2017, non è definitivo e deve essere sempre aggiornato; è quindi auspicabile che i Comuni reggiani, provvedano a segnalare al Ministero nuovi alberi monumentali.
Giustissimo piantare milioni di nuovi alberi, ma altrettanto doveroso è salvare e valorizzare quelli esistenti.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]