Si parla tanto di scuola, di bambini, di lettura, di narrazioni.
Leggere libri e raccontare storie ai bambini e ai ragazzi come sanno fare alcuni adulti – attori, educatori o semplici genitori, – è senza dubbio una delle cose più belle ed emozionanti che esistano.
Per gli adulti e per i bambini.
Ma a questo mondo c’è un limite anche alle cose belle ed emozionanti.
Specie quando si ha a che fare con bambini e ragazzi.
E’ bene sapere, per esempio, come ci spiega e documenta la psicologia dell’età evolutiva, che dopo 15/20 minuti l’attenzione di un bambino di 7/8 anni inizia naturalmente a scemare….
Certo: un attore, un genitore, un docente, un lettore volontario può continuare a leggergli libri o raccontargli favole, ma allora è bene che si sappia che lo fa più per se stesso che per la soddisfazione e la crescita equilibrata del bambino…
E’ bene bene ricordare, inoltre, che Gianni Rodari, quando nel 1976 venne a Reggio Emilia per tenere un corso di formazione a docenti delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie di Reggio Emilia, – da quel noto incontro nacque uno dei suoi libri più famosi sull’arte di raccontare e inventare storie: La grammatica della fantasia, – chiese agli adulti di fare un passo indietro, scendere dalla cattedra o dal palcoscenico, farci salire un bambino, invitarlo a raccontare la sua storia e ascoltarlo attentamente.
Attenzione a non fare confusione!
Ben venga il bambino, dunque, ma non come spettatore passivo, non come pubblico silenzioso dell’adulto più o meno virtuoso e bisognoso di ascolto e attenzione – docente, genitore, attore o lettore volontario che sia – ma come ascoltatore e narratore attivo delle storie degli altri e, soprattutto, della sua.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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