Reggio, il comitato IV Novembre: “80 anni dopo siamo ancora occupati dagli stranieri”

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Dal Comitato IV Novembre – zona stazione storica di Reggio, riceviamo e pubblichiamo.

Cosa penserebbero della zona stazione storica di Reggio Emilia i partigiani che si sono battuti in pianura e in montagna contro i tedeschi occupanti dopo l’8 Settembre 1943? 80 anni dopo a Reggio Emilia esistono quartieri che ancora sono occupati da stranieri pieni di fogli di via, pluri-denunciati per droga, rissa, violenze.  Stranieri che non abbiamo invitato, stranieri che senza permesso si sono impadroniti delle nostre strade e dei nostri marciapiedi, stranieri che dormono nelle nostre cantine e garage. Noi abitanti del quartiere non siamo più liberi di vivere la nostra città.
Certo allora l’Italia aveva un oppressore che ha deportato migliaia di civili, migliaia di militari, ha fucilato tanti giovani innocenti che si battevano per la libertà e per un’Italia giusta e senza discriminazioni né di razza né di religione. Oggi ci troviamo davanti ad altri invasori che ci occupano invece in modo molto più subdolo: impongono comunque la loro legge con l’intimidazione modificando la nostra percezione di normalità. E’ diventata per noi normale la rissa, normale vedere bande che si accoltellano, normale buttare rifiuti dappertutto, spacciatori che non fanno camminare i residenti, normale vedere gli spacciatori defecare sotto le finestre. Questi sbandati hanno modificato il nostro sguardo. Hanno reso normale la bruttezza, il degrado perché loro qui sono loro la maggioranza.
La polizia interviene solo quando due di loro si sono accoltellati e dopo averne caricato qualcuno su una volante, sparisce di nuovo. Il controllo del territorio non è in mano allo Stato, lo Stato interviene sempre dopo, si occupa delle conseguenze: cerca l’accoltellatore, porta in ospedale i feriti. Ma non ha un ruolo attivo, nessuno a partire dal governo locale fino a quello nazionale sa come risolvere un problema che è diventato esistenziale per l’ Italia mentre nessuno vuole affrontarlo.
Recentemente sui media italiani non si parla che di 2 temi: le carceri piene e il governo autoritario sì/no. La cronaca nazionale serve a questo caos. Perché le carceri piene e lo pseudo-fascismo del governo sono usate come pretesto per non agire.  Sulle carceri non si investe da decenni. Il razzismo e il fascismo sono offese utilizzate a Reggio Emilia per mantenere gli interessi locali, perché lo status quo non si modifichi mai, perché una mafia tentacolare stritoli sempre più i quartieri più disagiati. Appena si prova a criticare l’ operato di qualche amministratore locale o a dubitare della presenza di vagabondi stranieri nelle strade si viene subito tacciati di essere razzisti, fascisti o amici dei fascisti. Tutti quelli che hanno votato a sinistra alle ultime elezioni per mantenere una tradizione familiare devono pensare: “cosa farebbe il nonno partigiano davanti a venti spacciatori coi capelli a fungo dietro al monumento ai caduti di Piazza Martiri del 7 luglio?”
Perché la paura vera del cittadino è che oramai questa situazione sia irrisolvibile. Un’Italia in questa situazione è un paese morto che si ricorda di essere un paese solo alle Olimpiadi. La presenza di questi spacciatori delinquenti pieni di foglia di via nelle tasche deve essere considerata un’emergenza nazionale. Deve essere affrontata con decisione. Non si deve far ricorso al pietismo davanti a gente senza scrupoli, perché danneggia invece i tanti con buoni propositi. Riportare la legalità nelle nostre strade è un eccellente investimento che darebbe ottimismo ai tanti residenti che ogni giorno devono affrontare la bruttezza.
Scritto pervenutoci da un elettore non di centrodestra e che noi vogliamo mettere in comune con i cittadini di Reggio Emilia.



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