Cinquant’anni fa la strategia terroristica che mirava a destabilizzare la Repubblica colpì il treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro, seminando morte e dolore. Era un convoglio diretto in Germania, affollato di viaggiatori, molti dei quali migranti che tornavano al lavoro”, questo il ricordo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio in occasione del cinquantesimo anniversario della strage dell’Italicus. “Undici passeggeri morirono nell’incendio che seguì l’esplosione. La dodicesima vittima fu un ferroviere, Silver Sirotti, medaglia d’oro al valor civile per il suo eroismo: perse la vita salvandone molte altre. La sua generosità, unita a un grande coraggio, costituisce una testimonianza imperitura di quei valori di umanità e solidarietà, che gli assassini e i loro complici volevano sradicare”, sottolinea il Capo dello Stato.
“Nel giorno dell’anniversario – dichiara Mattarella – rinnoviamo i sentimenti di vicinanza e condivisione della Repubblica ai familiari delle vittime e ai tanti feriti. Nella catena sanguinosa della stagione stragista dell’estrema destra italiana, di cui la strage dell’Italicus è parte significativa, emerge la matrice neofascista, come sottolineato dalla sentenza della Corte di Cassazione e dalle conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2, pur se i procedimenti giudiziari non hanno portato alla espressa condanna di responsabili. La società italiana e le sue Istituzioni seppero respingere quell’attacco alla convivenza civile grazie alla forza e alla coesione della comunità nazionale, fondata sui principi della nostra Costituzione”.
Due giorni dopo il 44esimo anniversario della strage alla stazione (2 agosto 1980, 85 morti e 200 feriti), Bologna e l’Emilia-Romagna ricordano quella dell’Italicus, avvenuta all’1.23 di notte del 4 agosto 1974, quando l’esplosione di una bomba sul treno Roma-Monaco – in transito a San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino bolognese – causò 12 morti e 48 feriti.
Tra le vittime, di età fra 14 e 70 anni, il giovane forlivese Silver Sirotti, medaglia d’oro al valore civile, controllore che fu tra i primi a soccorrere i passeggeri nella carrozza colpita, la quinta, sventrata quasi all’uscita dalla lunga galleria dell’Appennino toscoemiliano, e che morì sopraffatto dal fuoco e dal fumo.
La strage fu rivendicata da Ordine Nero, ma non ebbe responsabili: tutti gli imputati processati – in particolare Mario Tuti e Luciano Franci, ritenuti leader e gregario della cellula toscana del Fronte nazionale rivoluzionario – sono stati assolti. L’espresso 1486 era partito dalla stazione di Roma Tiburtina alle 20.35 ed era transitato da Firenze Santa Maria Novella a mezzanotte e mezzo, con 23 minuti di ritardo. Dieci anni dopo, un altro attentato all’interno della stessa galleria, quello del rapido 904 Napoli-Milano (23 dicembre ’84), costò la vita a 16 persone, 267 i feriti.
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