Val d’Enza, arrestati due operatori della Polizia municipale: sono accusati di concussione e peculato

Le indagini dei carabinieri della compagnia di Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio, coordinate dal pubblico ministero Valentina Salvi e partite nel novembre del 2017 dopo un esposto anonimo arrivato in procura e ad altre istituzioni della provincia, hanno portato all’arresto di due agenti della Polizia municipale della Val d’Enza, Tito Fabbiani e Annalisa Pallai.




Ai due vigili sono contestate diverse accuse: concussione, abuso d’ufficio, peculato, omessa denuncia, truffa aggravata ai danni dello Stato e mobbing. Secondo le indagini i due avrebbero creato un vero e proprio "sistema di potere" grazie al quale i due indagati avrebbero perseguito i propri interessi personali, commettendo anche una serie di reati ora al vaglio degli inquirenti.

Il presidente dell’Unione dei Comuni della val d’Enza Paolo Burani, a nome di tutti i sindaci dell’Unione, ha commentato la notizia promettendo "pieno sostegno all’operato delle forze dell’ordine e della magistratura. Siamo indignati nell’apprendere i capi d’accusa a carico degli operatori Fabbiani e Pallai componenti del nostro comando di Polizia municipale. La gravità delle accuse ci porta a essere fermi nel dire che ci auguriamo che sia fatta luce su tutto, e che si proceda in modo rapido e senza sconti a nessuno".

Secondo Burani "è nell’interesse dell’ente e della comunità fare assoluta chiarezza sull’operato delle persone coinvolte, al fine di salvaguardare il lavoro di tanti altri dipendenti pubblici dei Comuni e dell’Unione, in primo luogo gli agenti della Polizia municipale, che ogni giorno operano sul territorio con impegno e dedizione per la sicurezza delle persone, lavorando con diligenza, rispetto dei cittadini e delle istituzioni e in piena osservanza delle norme. Fatti come questo rischiano di porre in cattiva luce gli importanti servizi ogni giorno messi a disposizione della comunità, ed è assolutamente necessario allontanare tutti quelli che non vivono il servizio pubblico come servizio alla comunità, ma lo usano per secondi fini".

Pur non essendo al corrente nel dettaglio dei capi d’accusa, gli uffici dell’Unione nei mesi scorsi hanno fornito supporto agli organi inquirenti per fare luce su eventuali illeciti. A partire dalla fine del 2017 sono stati forniti copie di atti, fascicoli, tabulati sulle presenze, atti amministrativi e altri documenti per chiarire l’organizzazione del servizio e il comportamento dei dipendenti in questione.

Dallo scorso aprile, ha sottolineato Burani, "pur non avendo informazioni in merito alle indagini né elementi giuridicamente rilevanti per sospendere dal servizio gli agenti in questione, ma volendo comunque adottare possibili misure cautelari", la comandante Cristina Caggiati ha provveduto a collocare i due agenti a riposo in attesa degli sviluppi delle indagini.

Successivamente, lo scorso maggio, è arrivata la richiesta di revocare a entrambi i dipendenti l’arma d’ordinanza. Oltre a questo, e sempre a scopo cautelativo, non essendo il dipendente in servizio effettivo, la comandante Caggiati ha predisposto nei confronti di Fabbiani la revoca della nomina di vicecomandante.

Secondo Burani "la notizia di reato appresa oggi consentirà di provvedere con atti di maggiore forza per sanzionare le condotte illecite molto gravi che hanno portato all’arresto, secondo le modalità previste dal contratto di lavoro degli enti locali, fino al possibile licenziamento. Valuteremo inoltre la possibilità di costituirci parte civile per i danni ricevuti dall’ente a seguito dei comportamenti illeciti perpetrati dai due dipendenti".

D’altra parte, ha concluso Burani, "l’approfondita indagine svolta dalla magistratura e dai carabinieri, se da un lato evidenzia condotte individuali riprovevoli, dall’altro evidenzia il funzionamento regolare di tutti i servizi e il corretto comportamento di tutti gli altri dipendenti, ai quali va il sostegno dell’amministrazione e l’incoraggiamento a proseguire nell’importante lavoro quotidiano a servizio della comunità".